Elezioni Umbria, gli scenari dopo il voto: chi vince, chi perde e cosa può cambiare. La vittoria dei giovani contro vecchi
In attesa del bilancio finale dei comuni vinti dall’una o dall’altra coalizione, che avremo tra dieci giorni dopo i ballottaggi, si può già anticipare un’analisi del voto in Umbria. Fratelli d’Italia cresce e consolida la sua posizione nella coalizione di centrodestra. Il Partito democratico umbro è andato molto bene, ha ricostruito un’alleanza ampia e competitiva e si riprende una rinnovata legittimazione. Nel centrodestra Forza Italia è in crescita e la Lega continua a perdere consensi. Nel centrosinistra aumenta i consensi l’Alleanza Verdi e Sinistra mentre fa segnare un calo vistoso il Movimento 5 stelle. Male, anzi malissimo Alternativa popolare guidata dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Anche in Umbria è tornato il bipolarismo, ed è incarnato proprio da Fdi e Pd. I democratici umbri sono stati sicuramente bravi, soprattutto con la scelta di Vittoria Ferdinandi, a intercettare i tanti, troppi astenuti che in questi anni sono stati a casa non per scelta politica ma perché dalla politica disillusi e abbandonati. Chi ha fallito è sicuramente il cosiddetto terzo polo. Il risultato è stato impietoso e il voto umbro dimostra che, in primo luogo nel centrosinistra, manca una componente riformista-moderata. Soprattutto in un momento dove il Pd ha riscoperto una vocazione di sinistra. Una componente indispensabile in vista delle prossime elezioni regionali quando si voterà con una legge elettorale che non prevede il secondo turno. Dalle elezioni, quindi, è uscito rafforzato il principale partito di governo ma ne esce rafforzato il primo partito di opposizione e i due segretari regionali, Prisco e Bori, hanno rafforzato le loro rispettive leadership. L’analisi definitiva però è condizionata dal ballottaggio di Perugia (principalmente) e dalle altre quattro città umbre (Foligno, Bastia, Orvieto e Gubbio) che torneranno alle urne per il secondo turno. Chi rischia ? Sicuramente Prisco. Se perde Perugia si apre per lui una campagna interna con conseguenze al momento imprevedibili. Al momento le voci critiche viaggiano isolate. In discussione non c’è solo la scelta della candidata sindaca, fatta in solitudine con Squarta e Romizi, ma anche una insofferenza rispetto alla classifica delle preferenze. Il boom di voti ottenuti da Matteo Giambartolomei (primo degli eletti con 1.074 preferenze) , uomo vicinissimo al senatore Franco Zaffini, ha creato forti malumori all’interno del partito. Qualcuno ricorda che Zaffini fu costretto a lasciare la segreteria regionale dopo la scelta e sconfitta di Terni. La vicenda, se il centrodestra perde il capoluogo umbro, potrebbe avere anche una coda. Chi, invece, farà salti di gioia è sicuramente Tommaso Bori che esce rafforzato dalle elezioni dell’8 e 9 giugno. In caso di vittoria nel capoluogo umbro potrà poi davvero manifestare in modo esuberante il cambio di passo del Partito democratico e la vittoria dei “giovani” contro “vecchi”.