Faccia a faccia tra la Tesei e consiglieri regionali: basta cincischiare e divisioni. I nodi da risolvere: sanità, rifiuti e lavoro
Il tentativo sarebbe quello di ritrovare un minimo di unità per evitare di infilarsi in un vicolo cieco. Ieri mattina la presidente della giunta regionale Donatella Tesei ha convocato tutti i suoi consiglieri regionali per un incontro riservato. Al centro del faccia a faccia l’attività della giunta regionale e la situazione politica ma soprattutto delineare un percorso comune per evitare che ognuno vada per la propria strada. Del resto, ormai non è più possibile continuare a cincischiare anche perché le tensioni e le incertezze della maggioranza si stanno scaricando tutte su Palazzo Donini. Alcuni smarcamenti delle ultime settimane e le voci che arrivano da corso Vannucci iniziano ad irritare e preoccupare la Tesei. Per carità nessun calcio negli stinchi ( per ora) ma la governatrice esige dai suoi lealtà, non intende subire un logoramento continuo. Per evitare tutto ciò, la Tesei prova ad inchiodare tutti i consiglieri di centrodestra al senso di responsabilità e ridare alla giunta regionale la coesione e l’orizzonte di cui ha bisogno. Ieri la presidente avrebbe avuto un atteggiamento dialogante e di apertura ma sa bene che forse non basterà per evitare il progressivo logoramento dell’esecutivo. Anche perché in autunno inizieranno i giochi per accaparrarsi un posto in parlamento in vista delle elezioni del 2023. E nel centrodestra è in corso una sorta di “guerra” di successione: Giorgia Meloni – che in questi due anni e mezzo non ha riservato molta simpatia politica alla Tesei – si considera la nuova forza egemone rispetto al duo Berlusconi-Salvini e non ha torto. C’è poi la necessità di battere un colpo per rilanciare l’immagine della governatrice, oggi fortemente compromessa dagli scarsi risultati ottenuti e dai sondaggi che la danno in caduta libera. Non è più tempo di tirare a campare, troppi nodi devono essere sciolti in poco tempo. Ci sono diversi atti sui quali occorre far chiarezza e rompere gli indugi: nuovo piano sanitario, la cui proposta è criticata da tutti e rischia di impoverire il sistema sanitario regionale; nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti, che prevede un impianto di incenerimento da 160 mila tonnellate all’anno con diversi dubbi sulla tenuta industriale e con il rischio di dover poi bruciare rifiuti da fuori regione, oltre ad un allargamento a dismisura delle discariche esistenti; un piano straordinario per il lavoro con misure straordinarie per combattere le povertà e le disuguaglianze; un nuovo welfare regionale in grado di tutelare le fasce più deboli e fragili della società umbra. Si tratta di questioni fondamentali per il futuro dell’Umbria soprattutto in presenza delle ingenti risorse messe a disposizione dal Pnrr. Una occasione storica, che non capiterà più, per modernizzare l’Umbria e dare l’avvio a riforme non più rinviabili. Ma per riuscire in questo occorre una governance solida e ben definita che oggi in Umbria non c’è. Il quadro d’insieme ormai lo conoscono tutti i consiglieri di Palazzo Cesaroni ed è piuttosto fosco. Molti di loro sono in bilico tra l’ansia di vedere naufragare la prima esperienza di governo del centrodestra in Regione e la smania di non perdere il consenso in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Quando sono usciti dall’incontro il clima era leggermente migliore: ” C’è la disponibilità da parte della Tesei ad ascoltare”. Per la governatrice, invece, l’esito resta tutto da definire e proverà ancora ad appellarsi alla serietà e responsabilità delle forze politiche che compongono la maggioranza di centrodestra.