Frattura Forza Italia, resa dei conti anche in Umbria ? Il malessere di alcuni leader locali, Romizi vuole un posto a Roma

L’uscita di Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e lo strappo di Mara Carfagna rappresentano un vero e proprio terremoto per Forza Italia. Infatti, ci sono diversi azzurri sui territori  che stanno lasciando la casa berlusconiana come alcuni parlamentari (l’ultima è la deputata di Mantova Anna Lisa Baroni) e amministratori locali e regionali, come l’assessore lombardo alla Casa Alessandro Mattinzoli. Non solo. Si vocifera che nelle prossime ore altri esponenti forzisti potrebbero fare la medesima scelta. Lo strappo è destinato ad avere ripercussioni anche in Umbria con pezzi importanti del partito legati ai tre ministri. In attesa di capire come finirà la trattativa sulle candidature alcuni restano spaesati e cercano di prendere tempo, nella speranza di potersi giocare ancora qualche carta per Roma. A manifestare malcontento per la linea del partito sono anche alcuni sostenitori del sindaco di Perugia Andrea Romizi come Filippo Calabresi, grande regista della lista civica “Progetto Perugia”. A proposito: Romizi è sempre più tentato a fare il salto in parlamento e si sarebbe rivolto direttamente a Berlusconi con il quale avrebbe costruito in questi anni un buon rapporto. La presenza di Nevi però è ingombrante. Chi è in attesa di capire il proprio destino è la senatrice perugina Fiammetta Modena, parlamentare alla prima legislatura con un buon curriculum e una carriera politica di tutto rispetto. A differenza di Romizi e Nevi però non può contare su un capocorrente nazionale di peso; per questo rischia di essere sacrificata. La Modena è molto legata, per ragioni culturali di provenienza (socialiste liberali), al ministro Renato Brunetta . Una sua bocciatura potrebbe portare a qualche approdo diverso ma oggi è ancora presto per dirlo. Chi vive con sofferenza lo sbriciolamento in atto è il vicepresidente della giunta regionale Roberto Morroni legatissimo alla ministra Mara Carfagna. E’ difficile che l’ex sindaco di Gualdo Tadino, dichiaratamente moderato, faccia lo strappo anche perché metterebbe a rischio la poltrona e sarebbe costretto a lasciare la giunta regionale. Certo è che per uno come lui è complicato appiattirsi sul “peggior populismo sovranista”. La sensazione è che fino alle elezioni poco si muoverà ma dopo il 25 settembre anche in Umbria potrebbe nascere un fronte molto ampio destinato a cambiare il quadro in vista delle elezioni comunali (Perugia) e regionali del 2024.