Green pass, restrizioni ai no vax: divieti per proteggere chi è immunizzato. Terza dose dopo 5 mesi
L’impennata dei contagi da Covid-19 spinge il governo ad intervenire. Di fronte al rischio che le terapie intensive superino la soglia critica il governo prepara una stretta per i non vaccinati. Del resto, l’epidemia ha ripreso a correre proprio a poche settimane dal Natale. Prende così corpo l’ipotesi di divieti differenziati con l’obiettivo di distinguere, ai fini delle restrizioni, tra chi ha il green pass e chi decide di non vaccinarsi. Quindi, si va nella direzione di un doppio binario, per premiare chi ha completato il ciclo vaccinale. Sulla riduzione della validità del green pass sono tutti d’accordo anche perché gli ultimi studi dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che dopo i sei mesi la copertura vaccinale comincia a scemare. La nuova disposizione, che sarà adottata la prossima settimana con apposito decreto, stabilirà che il green pass non è più valido un anno, ma 9 mesi dall’ultima inoculazione. Proprio per questo, ieri sera, è stato deciso di anticipare al 22 novembre l’avvio della campagna di richiamo per la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. Entro il 29 novembre, inoltre, l’Ema dovrebbe dare il via libera al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. L’altra novità riguarda i tamponi, con gli esperti che ritengono i tamponi antigenici poco attendibili e per questo c’è chi vorrebbe eliminarli come requisito per ottenere il green pass. Qualche dubbio resta anche sui tamponi molecolari, in questo caso il problema riguarda la durata. Il parere degli scienziati è di ridurre la validità a 48 ore, mentre quella dell’antigenico potrebbe essere limitata a 24 ore. Ma per i non vaccinati i provvedimenti più pesanti potrebbero essere legati alla vita sociale. Bar, ristoranti, cinema e tutti i luoghi chiusi potrebbero essere inaccessibili per chi non è vaccinato. La convinzione è che a subire le restrizioni debbano essere le persone che hanno scelto di non immunizzarsi. Il decreto che sarà adottato confermerà l’obbligo per il personale sanitario e per i lavoratori delle Rsa di sottoporsi al richiamo del vaccino. Infine, il governo sta valutando l’anticipo della terza dose a partire dalla fine del quinto mese e non dal sesto.