La curva dell’epidemia rallenta ma virus ancora letale per gli over 60 senza dosi
La situazione resta delicata ma la curva del Covid nell’ultima settimana sta rallentando. Oggi in Umbria si registra la stessa percentuale di positivi di ieri (11,50%), i guariti (4.380) sono più del doppio dei nuovi casi (1.886) e ricoveri sono leggermente scesi (-6). Insomma, gli ospedali (grazie agli operatori sanitari) non sono al collasso e gli umbri sono più protetti grazie ai vaccini ,questa mattina 709.662 (pari all’ 82,28%) hanno completato il ciclo vaccinale, di cui 384.12o hanno fatto anche la terza dose (pari al 44,80%). Il rallentamento del contagio c’è, ma i numeri sono sempre di livello di guardia. Resta però sempre aperta la questione “non vaccinati”, soprattutto per la fascia di età che va dai 50 anni in su. Anche perché la contabilità dell’ultimo mese di decessi (oggi in Umbria altre tre vittime: Marsciano, Perugia e Spoleto) dice che si continua a morire di Covid, spesso con patologie concomitanti, fortunatamente meno di prima grazie probabilmente ad una maggiore sofisticatezza nelle cure. Il monitoraggio dell’ Istituto Superiore di Sanità fornisce però alcuni elementi incontrovertibili. Si muore con un indice di letalità ancora alto, vicino al 10%, tra chi ha più di 80 anni e non è vaccinato. Una percentuale più bassa rispetto all’indice di letalità da inizio pandemia. Perché l’altissima percentuale di ottantenni vaccinati sta abbassando la frequenza con cui si muore. Purtroppo ci sono ancora over 80 che non hanno ricevuto nemmeno una dose. L’obbligo vaccinale per gli over 50 dunque diventa decisivo per ridurre l’impatto dei decessi e delle ospedalizzazioni. Nella fascia 60-79 la letalità scende inevitabilmente ma la necessità di mettere maggiormente in sicurezza con i vaccini resta un dato ineludibile. Perché i non coperti da neanche una dose, secondo l’ultimo report della struttura commissariale, sono ancora tanti in Umbria (in Italia sono quasi 1,5 milione di persone). L’evento fatale tra chi ha avuto tre dosi è un’ipotesi rara, associata a pesanti patologie concomitanti. Tra novembre e dicembre in Italia si sono verificati in questa fascia di età (60-79 anni) 38 decessi di vaccinati con dose booster su un totale di 50.775 diagnosi. Una morte ogni 1.136 contagi dunque un indice di letalità inferire all’ uno per mille. In sintesi, solo con una protezione completa per gli over 50 si può ridurre notevolmente l’impatto dei decessi e delle ospedalizzazioni. Questo anche per superare questa fase acuta che sta procurando tante vittime anche in Umbria (1.560 in tutto).