Legge aggiungi-poltrone, alla chetichella va avanti il blitz: quando l’opposizione si scagliò contro la maggioranza. Il caso Melasecche e i costi
Quatti quatti, senza fare troppo rumore, i consiglieri regionali dell’Umbria continuano a preparare il blitz sulla legge “aggiungi poltrone”. Con assoluta indifferenza vanno avanti per la loro strada: quella di tutelare i prossimi membri di giunta, che rimangono col seggio al calduccio, e allo stesso tempo offrire qualche posto a chi resterà fuori dall’Assemblea legislativa. Un anno fa, novembre 2023, quando si parlava di nuova legge elettorale in commissione statuto, il Pd disse no ad “operazioni di maquillage” come l’introduzione del “consigliere supplente”. Nell’agosto 2020, durante i lavori della commissione statuto, presieduta dal consigliere leghista Carissimi, saltò fuori la proposta di introdurre la figura del consigliere supplente. L’opposizione si scagliò con veemenza contro la proposta del centrodestra facendo riferimento, senza troppi giri di parole, all’interesse della Lega per risolvere il caso “Melasecche” che non voleva dimettersi da consigliere regionale. Maurizio Ronconi, ex parlamentare umbro, denunciò il tentativo: “Una furbata per aggirare una legge dello Stato, un numero più elevato di consiglieri regionali rispetto a quelli assegnati”. Durissimo fu l’intervento del portavoce del centrosinistra e consigliere regionale del Pd, Fabio Paparelli: “Servirsi di questo passaggio istituzionale per risolvere mere beghe di partito sarebbe davvero un atto grave, consumato proprio nell’anno in cui si celebrano i 50 anni delle istituzioni regionali”. A due mesi dal voto (17-18 novembre) si tenta di nuovo il blitz. Nel novembre 2023, il capogruppo del Pd, Simona Meloni, durante la discussione sulla legge elettorale che prevedeva la possibilità del consigliere supplente, disse che a “meno di un anno dal voto l’argomento non rappresentava una priorità”. Più o meno sono state le argomentazioni utilizzate anche dagli altri consiglieri di opposizione, compreso De Luca del M5S. Quest’ultimo, pur non avendo preso ancora ufficialmente posizione, avrebbe confermato la propria contrarietà all’idea di aggiungere ulteriori poltrone. Il resto del Palazzo preferisce restare in silenzio nella speranza di trovare il momento giusto per fare il blitz finale. Maggioranza e opposizione se le sono date di santa ragione in questi cinque anni, anche sull’ultima legge sulla famiglia, ma in questo caso agiscono armoniosamente. Un pò all’indiana. Alla chetichella perché sanno bene che si tratta di aumentare i costi della politica in un momento assai difficile per le famiglie umbre. Qualcuno cerca di minimizzare l’impatto che avrebbe sul bilancio regionale. La matematica però è una scienza esatta e i calcoli forniscono un risultato non opinabile. Ogni consigliere regionale, tra indennità e trattamento di fine rapporto, costa più o meno quasi 140 mila euro, più altri accessori. La giunta regionale dell’Umbria è composta da cinque assessori che potrebbero essere presi tutti tra i consiglieri regionali eletti. A quel punto, con la legge sul consigliere supplente, entrerebbero a palazzo Cesaroni cinque candidati non eletti della stessa lista dell’assessore scelto dalla presidente. Un costo, tralasciando gli altri accessori, che si avvicina ai 700.000 mila euro l’anno, ovvero 3 milioni e 500 mila euro per tutta la legislatura. Se fossero tre, così facciamo contenti i sostenitori della proposta, la spesa maggiore sarebbe di 2 milioni e 100 mila euro. Ma questo significherebbe che la nuova governatrice dell’Umbria sceglierà due assessori esterni al Consiglio regionale. Quindi, più o meno, si ritorna a superare complessivamente i 3 milioni di euro. Tre milioni di euro non sono pochi e potrebbero essere utilizzati – solo per fare un esempio – per aiutare migliaia di persone che anche in Umbria non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Il resto sono solo chiacchiere di palazzo.
Ps- Sull’argomento sarebbe interessante conoscere l’opinione delle due candidate a presidente della Regione: Donatella Tesei e Stefania Proietti. Almeno loro potrebbero favellare.