L’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, più giustizia sociale e maggiore attenzione alla criminalità minorile.

Alla sua prima inaugurazione dell’anno giudiziario da Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani, dimostra subito una profonda conoscenza dell’amministrazione della giustizia. Conferma anche una sensibilità particolare nei confronti dei “deboli e degli indifesi”, a cominciare dai minori. Intende restituire credibilità alla magistratura e all’amministrazione della giustizia, interpretando l’animo di molti. Del resto, è convinto che la larghissima maggioranza dei magistrati hanno le risorse umane e professionali per consolidare il rapporto di fiducia con il Paese. E’ stata una cerimonia a porte chiuse in “assoluta sobrietà”, nell’aula Goretti della Corte d’appello di Perugia, quello di oggi che ha aperto l’anno giudiziario in Umbria. Per le istituzioni c’erano il Prefetto di Perugia Antonio Grandone e la governatrice Donatella Tesei. Il presidente della Corte d’Appello, Vincenzo D’Aprile, ha ricordato come sia ancora attuale l’emergenza sanitaria legata alla pandemia. “L’anno giudiziario che sta iniziando sarà particolarmente importante – ha detto D’Aprile – poiché rappresenta la fase preliminare di un risanamento del sistema giustizia al quale il nostro Paese si è impegnato anche a livello europeo. I magistrati dell’Umbria, unitamente alla componente amministrativa, sono pronti ad accettare la sfida, anzi l’hanno già accettata e si stanno organizzando per centrare gli obiettivi che ci sono stati prefissati. Opereremo con la solita dedizione e utilizzeremo al meglio le nuove risorse umane che a breve faranno ingresso negli uffici. Il nostro impegno come sempre sarà incondizionato”. L’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 si caratterizza così, anche in Umbria, come l’anno delle sfide. Una scelta di cambiamento fondamentale se si vuole evitare un pericoloso scollamento tra società e magistratura. Tra l’altro c’è il Piano nazionale di ripresa e resilienza che contiene specifiche misure che intervengono sul sistema giudiziario. Si tratta, in particolare, della previsione di riforme volte ad accelerare lo svolgimento dei processi, e di specifici stanziamenti per la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari, per la gestione del carico pregresso di cause civili e penali e per l’efficientamento degli edifici giudiziari. Una sfida che il nuovo procuratore generale è pronto a portare avanti con determinazione, potendo contare sulle sue profonde competenze in materia. Lo ha ribadito anche oggi: le risorse del Pnrr rappresentano un’occasione da non perdere per avviare il cambiamento, in vista del raggiungimento dell’obiettivo dei tempi processuali indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ed in linea con i parametri europei. Concetto più volte sottolineato dal Capo della Stato Sergio Mattarella. C’è anche un rischio che va assolutamente evitato: ” Le risorse che dovrebbero arrivare con il Pnrr – ha detto Sottani – non devono accentuare le differenze sociali ed economiche, ulteriormente acuite dalla crisi sanitaria, ma determinare un riequilibrio delle disuguaglianze”. Un concetto di giustizia sociale che segna diversi passaggi della relazione di Sergio Sottani, caratterizzata da meno numeri e da più considerazioni e riflessioni di ampio respiro. Per il procuratore generale appare “inquietante la situazione della criminalità minorile in Umbria, espressione di un disagio che da anni investe la regione”. Dai dati pubblicati dalla Regione Umbria, ha sottolineato Sottani, ” emerge un preoccupante aumento di consumo di sostanze stupefacenti tra gli adolescenti, così come il numero di ricoverati a causa del consumo. Siamo sopra la media nazionale”. In aumento “sia pure in termini limitati” i procedimenti per maltrattamenti e stalking. Resta alta la preoccupazione per i furti in abitazione, che rappresentano “i reati di maggiore allarme sociale in tema di tutela della proprietà individuale e della libertà personale”. Così come rimane “preoccupante” il numero di reati collegati al traffico di droga. Sottani si fa carico anche della dolorosa piaga degli infortuni sul lavoro e annuncia ” un protocollo distrettuale” (a breve) per contrastare “il costante aumento e di cui poco si parla se non in occasione di alcuni gravi incidenti”. Conclude sulla “ragionevole durata dei processi” ricordando che nel Distretto ” si avverte l’esigenza di garantire il precetto costituzionale della ragionevole durata dei processi, soprattutto nella fase dibattimentale  di primo grado di alcuni circondari, dove si registra un numero inquietante di prescrizione dei reati”. Così facendo ” oltre a violare il principio di concentrazione e immediatezza del dibattimento, contribuisce col suo effetto demotivante a trascinare inutilmente i processi”.