La disfatta elettorale della Lega rende le acque agitate: Caparvi contro Briziarelli

Il ciclone Giorgia Meloni sta facendo saltare la Lega Umbria. I rapporti di forza nel centrodestra umbro si sono completamente ribaltati. Il popolo delle piccole imprese, dell’artigianato e del commercio che negli ultimi anni avevano trovato riferimento nella Lega hanno abbandonato in massa il Carroccio. Le urne del 25 settembre certificano questa profonda mutazione, politica e sociale nel contempo. Nel dettaglio: a Perugia Fdi conquista il 28,7% e la Lega un misero 5,82%; a Terni il rapporto è 29,8% a 7,7%; a Foligno 28,9% a 7,14%; a Gubbio 27,1% a 8,3%; Assisi 33,59% a 8,8%; Città di Castello 31,40% a 8,6%; Spoleto 33,22% a 6,91%. Lo scenario da disfatta della Lega riguarda quindi anche città dove il Carroccio esprime il Sindaco o vertici di partito: Terni (Latini, sindaco), Foligno (Zuccarini, Sindaco), Assisi (Pastorelli, capogruppo regione), Città di Castello (Marchetti deputato uscente e due consiglieri regionali, Puletti e Mancini). Lo scenario è ovviamente il medesimo pure nelle altre cittadine dell’Umbria. I segnali c’erano tutti: basta pensare che nel comune di Montefalco, dove la governatrice Tesei ha fatto il Sindaco negli ultimi dieci anni, la Lega si è fermata al 9% con appena 226 voti mentre Fdi ha conquistato il 33,12% dei consensi con oltre 800 voti. In Umbria nel giro di poco tempo disillusione e disaffezione sono andate crescendo. Così in questa tornata elettorale e nelle precedenti elezioni comunali l’elettorato leghista ha via via cominciato a guardare Fratelli d’Italia, trovando un approdo che domenica scorsa nelle urne ha assunto dimensioni assai rilevanti.  E che ora avranno ricadute concrete perché i nuovi rapporti di forza peseranno sugli attuali assetti della Regione e sulle scelte future. Solo per fare un esempio: il prossimo anno si voterà ad Umbertide per il nuovo Sindaco e amministrazione comunale, con Fdi pronta a candidare l’attuale vicesindaco Anna Lisa Mierla, 43 anni, al posto dell’attuale primo cittadino Luca Cariza, leghista, al primo mandato. Un pericolo molto concreto, alla luce dei nuovi rapporti di forza. Le acque però sono agitate anche all’interno del partito umbro dove l’aria è tesa. Ieri l’altro, a Deruta, dove si sono riuniti i dirigenti leghisti umbri per un’analisi sul voto, si è consumato l’ennesimo scontro tra il segretario regionale Virginio Caparvi e ormai ex senatore lacustre Luca Briziarelli. L’accusa, apparentemente pretestuosa per alcuni, sarebbe stata quella di aver fatto campagna elettorale solo per sé mentre sarebbe stato poco incisivo per quella riguardante la scheda della Camera dei Deputati, dove Caparvi era candidato. Accusa naturalmente rispedita al mittente. C’è anche chi chiede le dimissioni anticipate, da segretario regionale, dello stesso Caparvi, che è stato di nuovo eletto nel collegio uninominale Camera Umbria 1 grazie ai voti raccolti da Fdi. Per molti, infatti, sarebbe proprio lui il principale responsabile del tracollo leghista in Umbria . La richiesta di tanti è che si vada immediatamente a congressi, non per finta ma veri. Salvini ha già annunciato che nel 2023 ci saranno i congressi provinciali e regionali, compresi quelli dell’Umbria. Nel frattempo il partito è lacerato e ribolle.