L’Umbria e il teatrino di chi governa e non decide: dopo l’esodo dei trolley 5 urgenze da affrontare
Conclusi i “lavori” prima della pausa estiva con le solite, il più delle volte inutili, mozioni e interrogazioni, i consiglieri regionali dell’Umbria si troveranno costretti ad affrontare al rientro alcuni dei temi più scottanti dall’inizio della legislatura rimasti irrisolti. A palazzo Cesaroni c’è ancora aria di vacanza ma fuori il clima è caldo assai. Tra l’altro resta un solo anno prima della fine della legislatura e i problemi da risolvere sono veramente tanti. Alla ripresa dei lavori, dopo quasi un mese di vacanza, i consiglieri regionali dovranno affrontare almeno cinque grandi questioni decisive per la tenuta dell’Umbria: nuovo piano sanitario, nuovo piano dei rifiuti, convenzione Regione-Università, stato di attuazione e gestione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), attuazione dei nuovi fondi europei a favore delle imprese e delle filiere produttive. Cinque grandi temi finora rimasti sospesi con ritardi ingiustificati e danni al sistema produttivo e dei servizi dell’Umbria. Infatti, via via cresce la preoccupazione in ordine alle incertezze del vivere quotidiano e al comune futuro e destino della comunità regionale. Nessuna forza politica può governare l’Umbria o può candidarsi a governare, senza mostrarsi consapevole delle decisioni, anche impopolari da prendere nell’interesse regionale. Il buon amministratore sa che governare significa affrontare i problemi della comunità, sa che è meglio un’idea buona messa in pratica che un’idea ottima rimasta incompiuta. Chi amministra deve saper prendere decisioni anche scomode: l’impegno a fare ciò che è necessario viene prima della ricerca del consenso. L’attuale maggioranza di centrodestra di palazzo Donini, invece sembra che per durare preferisce non prendere decisioni, salvo fare annunci roboanti che vengono poi smentiti qualche giorno dopo. E’ da quattro anni che la governatrice Tesei annuncia l’attuazione della convenzione con l’Università sulla sanità, ma ad oggi è ancora lettera morta. Resta un generico e inattuato protocollo generale d’intesa sulle buone intenzioni, arrivato dopo due anni dalla sottoscrizione di un altrettanto vago memorandum. Tra memorandum, trattati e intese sono passati quattro anni ma all’atto pratico nulla è successo. Nel frattempo la sanità umbra si è smarrita e i servizi sono peggiorati. Così come sul piano dei rifiuti il sindaco di Todi, presidente anche dell’Auri, ancora prima dell’approvazione dello stesso, dichiara che il nuovo inceneritore verrà costruito tra Perugia sud e Todi. Tralasciando una cosa di non poco conto: secondo quanto stabilito dal Piano sarà la stessa Auri a decidere la localizzazione del termovalorizzatore. “Sarà l’Auri a gestire la questione – ha detto il vicepresidente della giunta regionale, Roberto Morroni, nella seduta del 27 giugno scorso – sulla base di una scelta che tiene conto di ruoli e funzioni che le diverse istituzioni devono svolgere. Le singole proposte progettuali conterranno soluzioni tecniche e di localizzazione e l’Auri sceglierà la migliore”. L’elenco potrebbe continuare così all’infinito, ma per risolvere i problemi dell’Umbria non basta avere una maggioranza numerica, non è sufficiente vincere le elezioni e nemmeno basta fare uno Spoils system ad ogni costo. Governare vuol dire, tra le altre cose, decidere, possibilmente assumere decisioni che rappresentano la volontà della maggior parte dei governati. Se non si riesce a scegliere una strada a un’altra è preferibile fare un passo indietro: temporeggiare non è sicuramente ciò che serve per far uscire l’Umbria dalla palude.