Perugia toto assessori, retroscena inventati e anticipazioni azzardate: due scelte per far ripartire la macchina comunale. La Ferdinandi cerca competenze

Da giorni impazza il toto assessori della prossima giunta guidata da Vittoria Ferdinandi. Si fanno nomi e poi si torna indietro, si assegnano deleghe che durano meno di ventiquattro ore. Alcuni restano in ballo, altri aspettano l’investitura e la maggior parte di essi sono costretti a subire le correzioni di tiro del giorno dopo. Addirittura bookmakers che mettono le quote sui nomi. Come da prassi si è già arrivati a sfiorare una trentina di papabili. Tra retroscena inventati e anticipazioni azzardate ci si diverte a collocare i candidati nelle diverse caselle a disposizione. Un pò come succede spesso nella formazione dei governi dove alla fine quelli corretti si rivelano pochissimi. Solo per fare un esempio, basta prendere il totoministri del governo Draghi quando pochi giorni prima dell’insediamento dell’esecutivo l’allora segretario del partito democratico Nicola Zingaretti, presidente del Lazio, era indicato come futuro ministro. La previsione però non trovò poi conferma e, anzi, Zingaretti lasciò il partito un mese dopo. C’è anche chi fa riferimento al cosiddetto “manuale Cencelli” che aveva, nel 1968, ideato una suddivisione matematica degli incarichi di governo in base al peso delle correnti nella Democrazia Cristiana. A Perugia è in atto una forma di provincialismo che non collima con la storia e cultura della città. Un gioco che non fa i conti con Vittoria Ferdinandi che non sarà mai disponibile a farsi dettare l’agenda da altri. Tantomeno a ratificare la lista dei futuri assessori stilata dai partiti. Altre sono, invece, le preoccupazioni della nuova sindaca di Perugia. A cominciare dalla necessità di riorganizzare in fretta la macchina comunale con l’obiettivo di valorizzare il personale e renderla più efficiente verso i cittadini e le imprese della città. Due scelte vanno fatte presto: confermare o cambiare entro sessanta giorni segretario comunale e scegliere un direttore generale in grado di rendere operativi nell’immediato i provvedimenti presi dalla giunta. Nel primo caso è assai probabile la scelta di un nuovo segretario comunale, nel secondo è possibile il ritorno di una figura che conosce bene la macchina di Palazzo dei Priori. Poi, ci saranno sei mesi di tempo per la riorganizzazione vera e propria dell’intera macchina comunale. Sul versante politico, dopo aver scelto Alessandra Sartore, ex sottosegretaria all’Economia e alle Finanze del Governo guidato da Mario Draghi, per ricoprire il delicatissimo ruolo di assessore al patrimonio e bilancio, la Ferdinandi sta pensando ad un paio di profili di alto livello. Uno di questi sarà sicuramente quello incarnato dalla presenza di David Grohmann all’ambiente. Una figura di grande prestigio e competenza che può sicuramente qualificare l’azione della giunta comunale. Ci sarà ancora un terzo assessore esterno con competenze specifiche: un tecnico prestigioso per un settore che la Ferdinandi considera fondamentale per il futuro della città: urbanistica-trasporti. In questo caso sarebbero almeno tre gli assessori di prestigio su nove membri della giunta. Resta comunque un fatto: tutti gli altri assessori che saranno scelti tra le forze di coalizione dovranno avere delle conoscenze e competenze evidenti. Su questo la nuova sindaca non transige anche perché si gioca una buona parte della sua credibilità e autorevolezza. All’ex sottosegretaria Sartore potrebbe essere affidata anche la delega al personale. Per il resto si deciderà entro il dieci luglio con tanti papabili di oggi che saranno costretti a mettere nell’armadio l’abito blu.