Regione, perché le sorti della Tesei sono segnate: anche il rimpasto non è più una priorità
Annunci ardimentosi che come arrivano poi spariscono, rimpasti di giunta promessi ma mai realizzati, riforme comunicate salvo poi scoprire che non c’è la necessaria convergenza, nemmeno all’interno della stessa maggioranza. Sembra una vera e propria roulette russa con la presidente dell’Umbria Donatella Tesei impegnata ad allontanare il rischio “rottamazione” in vista delle elezioni del 2024 pur sapendo che Fratelli d’Italia è pronta a liberarsene quanto prima. Il benservito è ormai cosa fatta, è solo questione di tempo. A meno di due anni dalle elezioni anche il rimpasto di giunta non è più una priorità, come sottolineano i vertici di Fdi. Resta una certezza: rimpasto o no i fedelissimi di Giorgia Meloni hanno già deciso e scelto. Per loro il prossimo candidato del centrodestra sarà il sindaco di Perugia Andrea Romizi, che lascerà Palazzo dei Priori quattro mesi prima. La Tesei prova a difendersi, tiene a sottolineare che per valutare un presidente di Regione occorrono “dieci anni” e non vede le ragioni per le quali deve fare un passo indietro. A non lasciare speranze però sono i risultati di questi tre anni di governo regionale, deludenti e molto inferiori alle aspettative. A Palazzo Donini lo sanno bene e il morale non è certo alle stelle. C’è poi quel peccato originale che Fdi non perdona alla governatrice: aver ignorato completamente Giorgia Meloni al momento della composizione della giunta regionale. Il ragionamento dei vertici di Fdi è semplice: la Tesei ha preferito due assessori ( Michele Fioroni e Paola Agabiti in Urbani) che insieme non rappresentano nulla nella coalizione di centrodestra, umiliando invece una forza politica che a tutti i livelli rappresenta una parte determinante, oggi addirittura ampiamente maggioritaria nel centro destra. Ai meloniani sfugge la ragione di tanta perseveranza: perché tanta ostinatezza nel difendere due assessori che non decidono le sorti del centrodestra ? Una pervicacia che politicamente non troverebbe giustificazione. Fatto sta che a poco più di un anno dalle elezioni la Tesei si trova davanti ad un bivio molto stretto: fare un mini rimpasto ( mettere in giunta Eleonora Pace al posto di Luca Coletto, spiegando a Salvini la necessità di tale operazione) oppure tirare dritta fino al 2024 per la propria strada mostrando i muscoli al resto della coalizione. Entrambe le ipotesi però non cambierebbero lo scenario futuro e le sorti politiche della governatrice.