Rifiuti, maxi condanna per Gest, Gesenu, Tsa e cinque dirigenti: dovranno risarcire 25 milioni di euro
Più di 25 milioni di euro da risarcire. E’ la maxi condanna che la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria ha emesso ieri nei confronti di Gest, Gesenu, Tsa e cinque persone: Giuseppe Sassaroli, Luca Rotondi, Giuliano Cecili, Luciani Sisani e Roberto Damiano. In solido tra loro e fino alla concorrenza degli importi indicati dovranno pagare all’Ati 2. Tutti condannati quindi, tutti ritenuti responsabili di aver “causato un ingentissimo danno” ai 24 Comuni di Ati 2. I venticinque milioni sono così motivati dai giudici contabili: 2,5 milioni di euro per l’omesso trattamento dal 2010 al 2012 di selezione e biostabilizzazione della frazione organica da rifiuti solidi urbani negli impianti di Ponte Rio e Pietramelina gestiti da Gesenu; 18,4 milioni di euro per il non trattamento dal 2011 al 4 ottobre 2015 di biostabilizzazione e compostaggio della frazione organica umida nell’impianto di compostaggio di Pietramelina gestito da Gesenu; 4,3 milioni di euro per l’omesso trattamento dal 2013 al 2015 di biostabilizzazione della Forsu a Borgogiglione, gestito dalla Tsa. La Corte dei Conti ha condannato le due società di gestione dei rifiuti (Gesenu e Tsa), l’affidataria Gest e cinque dirigenti a risarcire il danno erariale “in solido tra loro, fino alla concorrenza degli importi indicati pert ciascuno dei convenuti: Gest (25 milioni di euro), Gesenu (20,9 milioni di euro), Tsa (4,35 milioni di euro), Giuseppe Sassaroli (25 milioni di euro) Giuliano Cecili (10,4 milioni di euro), Luciano Sisani (4,35 milioni di euro), Roberto Damiano (4,6 milioni di euro) Luca Rotondi ( 1 milione di euro). Secondo i giudici contabili sono tutti responsabili del danno erariale prodotto ad Ati 2, in quanto “tutti consapevoli del mancato adempimento dei contratti e dei guadagni illeciti”.