Rispetto a un anno fa aumentano solo i contagi: scendono i decessi e i posti occupati in ospedale
Il numero dei contagi giornalieri e il tasso di positività sui tamponi molecolari – i più attendibili – sono ora superiori rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma nel confronto dei dati da metà novembre con quelli di un anno fa crescono solo i contagi. Proprio da questo confronto arriva la conferma che la protezione vaccinale sta tenendo: il numero dei decessi e quello dei posti occupati in terapia intensiva è nettamente inferiore. Significa, quindi, che i vaccini stanno riducendo il rischio decesso di almeno 6-7 volte. Non solo, i vaccini stanno riducendo in maniera considerevole l’impatto sugli Ospedali pur in presenza di una fase epidemica ascendente segnalata dell’incidenza dell’ Rt a 1,13 (ultimo dato dell’Istituto Superiore di Sanità), l’anno scorso eravamo in una fase discendente tanto che l’indice di trasmissibilità era sotto l’ 1, allo 0,97%. Se è sopra 1 ogni caso Covid ne contagia più di di uno e fa salire la curva. Sotto 1 invece la curva si raffredda. Un anno fa venivamo da un mese di chiusure: ai primi di novembre 2020 molte regioni erano già finite in rosso o arancione, c’era il coprifuoco notturno, la sospensione delle attività sociali oltre le 18 e la didattica a distanza. La variante dominante nel dicembre 2020 non era ancora la Delta, oggi prevalente, che presenta un indice di trasmissibilità superiore del 40-60%. Senza la barriera dei vaccini, il conto di vittime, ricoverati e contagi, a parità di misure ristrettive, vedrebbe oggi un fattore di moltiplicazione tra il 40 e il 60% dei dati di un anno fa. Per tutti i parametri, anche i ricoveri in area critica. Quello che sta avvenendo sui contagi (ieri 356 in Umbria con 3.753 attualmente positivi) dipende invece dall’insieme di alcuni fattori: una presenza ancora consistente di non vaccinati che consente la circolazione del virus, la platea di bambini non vaccinati con un aumento dell’incidenza nelle fasce di età 0-9 e 10-19 che nell’ultima settimana ha raggiunto valori superiori a 250 casi per ogni 100 mila abitanti e l’evidente discesa dell’efficacia dei preparati per prevenire il contagio a distanza di cinque mesi dalla seconda dose. L’Istituto Superiore di Sanità ha ricordato che la copertura cala dal 73 al 35% a 150 giorni dal richiamo. Per questo c’è la necessità di coprire subito il maggior numero di persone con la dose booster. Tutto questo al netto del possibile effetto moltiplicatore della variante Omicron che a gennaio potrebbe imporsi presentando un indice di trasmissibilità superiore alla Delta di 5,4 volte.