Salvare la sanità pubblica prima che sia troppo tardi: settimana di mobilitazione in Umbria. Dossier sui servizi
Sarà una settimana di mobilitazione quella che sta per entrare. L’ennesimo appello a favore della sanità pubblica, a difesa dei servizi sanitari e contro le liste d’attesa. Non è un bel momento per la sanità umbra, il quadro delle emergenze cresce di giorno in giorno. Mercoledì sarà la volta del “comitato autocostituito a difesa della sanità pubblica” con una tavola rotonda presso la sala Borsellino della provincia di Perugia (ore 17). Il giorno dopo, giovedì 15 giugno, scenderà in campo l’intersindacale medica con l’iniziativa “Salviamo la sanità pubblica”, alle 10,30 sempre in provincia . Il messaggio arriverà forte e chiaro: salvare il servizio sanitario per garantire il diritto alla salute degli umbri. Non si tratta, affermano gli organizzatori, di una battaglia identitaria o ideologica ma della difesa di una delle conquiste di civiltà più importanti del secolo scorso, la certezza di poter accedere alle cure quando necessarie, che riguarda veramente tutti al di là degli orientamenti politici. Si discuterà di sottofinanziamento del sistema sanitario, carenza di personale, liste d’attesa, instabilità politico-istituzionale del sistema regionale dell’Umbria, rapporto tra pubblico e privato, inadeguatezza delle tecnologie e strutture sanitarie. Nell’iniziativa di mercoledì sarà presentato un dossier “sulle problematiche che caratterizzano la sanità pubblica nei territori”. Un dossier che è il risultato di due mesi di ascolto, raccolta di informazioni e giudizi da parte dei cittadini. Il quadro che emerge sarebbe pesante, una profonda sofferenza dei servizi territoriali e ospedalieri, l’assenza totale di programmazione e l’inadeguatezza delle risposte rispetto ai bisogni degli umbri. Salute come diritto universale e bene comune sta diventando in Umbria il terreno d’incontro per tutti, visto che la malattia colpisce senza distinzioni politiche. Tra i temi che stanno a cuore agli organizzatori un’attenzione particolare è rivolta anche al rischio che questo stato di cose finisca per esasperare le disuguaglianze tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Tanto è vero che in Umbria l’accesso alle prestazioni a pagamento rischia di aumentare in modo esponenziale con l’abbandono delle persone fragili per salute, età e condizioni economico-sociali.