Sanità, la Tesei vuole il “cambio di passo” e accusa le vecchie gestioni. Dopo due anni però il sacco è ancora vuoto
Sono passati ormai due anni, quasi metà della legislatura, da quando la presidente della Regione si è insediata. Due anni difficili, caratterizzati da tanti rinvii e da pochi passi in avanti, dall’assenza di scelte coraggiose e dalle prime vere sconfitte elettorali. Ora la presidente Tesei vuole lanciare un segnale alla catena di comando della maggioranza che la sostiene, perché dopo il voto delle comunali c’è il rischio del rompete le righe nel centrodestra, al di là di un interesse comune ad offrire una parvenza di unità. Sa bene che il periodo di apprendistato è finito da un pezzo, così come è altrettanto consapevole dei mal di pancia che ci sono in giro per i banchi del Consiglio regionale. Il tasso di gradimento, così come rappresentato dal report del “Sole 24 ore”, è scivolato verso il basso e dai territori arrivano malumori sempre più rumorosi. Per non parlare della sanità, basta fare un giro per gli ospedali della Regione per capire che aria tira e l’umore di medici e infermieri. Fino ad oggi si è difesa ricordando “l’annus horribilis della pandemia”, scaricando tutto su chi prima di lei aveva governato. Un pò come ha fatto nell’ultima seduta del Consiglio Regionale l’assessore al bilancio Paola Agabiti rispondendo ad un consigliere dell’opposizione (Paparelli). Ma, dopo due anni, riversare le colpe sugli altri e privarsi delle proprie responsabilità rischia di non incoraggiare più nessuno e di non evitare future delusioni. Ora la presidente Tesei, dopo due anni in cui nulla sta andando bene, annuncia – per la seconda volta in pochi giorni – di voler ” cambiare passo” sulla sanità e cita il giudizio della Corte dei Conti. L’intenzione della governatrice è, quindi, quella di fare qualcosa di diverso rispetto a quello che è stato fatto in questi due anni. Insomma, prendendo alla lettera l’annuncio della Tesei, non c’è stato nessun cambiamento in questi due anni di giunta regionale rispetto al passato. E, ad iniziare dai prossimi giorni, intende assumere atteggiamenti e scelte diverse. Probabilmente non è sua intenzione mettere persone nuove al posto degli attuali vertici della sanità, altrimenti lo avrebbe già detto. Né pensa ad avvicendamenti in giunta regionale, lo ha sempre escluso. Per adesso si limita a ricordare che sono state fatte 754 nuove assunzioni nel 2020, alle quali – secondo la Tesei – vanno “sommate” le 462 stabilizzazioni di operatori a cui è stato trasformato il contratto da tempo determinato a tempo indeterminato e per la ” prima volta” sarebbe stata avviata una politica per il contenimento dei contratti a tempo determinato del personale delle Aziende sanitarie. Ricorda ancora la governatrice che la Corte dei Conti ha valutato positivamente la costituzione di una Cabina di regia per il governo della spesa farmaceutica e la programmazione centralizzata degli acquisti attraverso la Centrale regionale degli acquisti per la sanità. La sensazione è che le questioni citate dalla Tesei non siano tutta farina del suo sacco, essendo questioni che partono da molto lontano mentre altre, quelle del 2020 (comprese le stabilizzazioni) sono misure previste da provvedimenti nazionali e regionali precedenti al suo suo arrivo a palazzo Donini. Alle presidente dell’Umbria sta a cuore ” una sanità più equa e attrattiva rispetto alle inefficienze del passato”. Fare meglio è sempre auspicabile, risolvere le inefficienze è un dovere per un amministratore pubblico ma in Umbria è urgente passare dalle parole ai fatti e provare a mettere in pratica la teoria. Evitando così che gli umbri siano costretti a rivolgersi al privato.