Sanità, lo scouting della Regione per i nuovi direttori generali: avvicendamento o conferme ? Rischio patatrac
Le evidenti difficoltà che stanno mettendo in crisi la sanità dell’Umbria costringono la governatrice Tesei e l’assessore Coletto ad andare in cerca di candidature migliori rispetto a quelle fatte in questi due anni di governo regionale. Difficoltà che stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario regionale. Lo scouting precedente non ha portato nessun talento particolare, se non un viavai di personaggi spesso con risultati modesti. Il tempo però stringe, perché i vertici delle due Aziende Ospedaliere e delle due Asl stanno per scadere; è solo questione di ore. Nel più grande ospedale della Regione addirittura c’è un facente funzione ( Giuseppe De Filippis), dopo le dimissioni di fine novembre di Marcello Giannico che ha lasciato il Santa Maria della Misericordia per prendere servizio al San Camillo di Roma. Non averlo sostituito immediatamente sicuramente non è stata una scelta particolarmente lungimirante, vista anche la pesante situazione sanitaria in cui versa il più importante ospedale della Regione, aggravata anche dalla variante Omicron e dai tanti pazienti Covid ricoverati nell’area medica e in rianimazione. Al Santa Maria di Terni c’è Pasquale Chiarelli, all’Usl 1 Gilberto Gentili e alla Usl 2 Massimo De Fino. Un assetto che ha mostrato grandi limiti (basta sentire i cittadini, gli operatori sanitari e sindaci dei territori interessati). Sulla sanità la giunta regionale è in grossa difficoltà ed è chiamata a superare l’impasse. “Altrimenti non si va molto lontano”, ammette un sostenitore del centrodestra. Inoltre, stanno aumentando i mal di pancia anche tra i diversi consiglieri di maggioranza . “Siamo ormai a metà legislatura e continuando di questo passo le elezioni la prossima volta le perdiamo”, commenta un sostenitore dell’attuale assetto regionale. Ecco perché le scelte che verranno fatte rappresentano un momento forse decisivo per il futuro della giunta Tesei. Tra l’altro il centrodestra non è messo bene, con Fratelli d’Italia che considera finita l’attuale alleanza: ” Il centrodestra è da rifondare”, ha detto ieri Giorgia Meloni. Insomma, da questo momento in poi ognuno rivendicherà la propria autonomia. Una rottura che avrà ricadute anche sui territori, soprattutto in quelle realtà – come l’Umbria – dove la Meloni da sempre contesta le scelte fatte dai governatori. ” In Umbria Fdi prende più del 10% ma non ha nemmeno un assessore, mentre lo esprime la lista della presidente che ha preso il 3%”, concetto ribadito più volte in questi due anni dai vertici del partito. Per non parlare del segretario regionale di Fdi Franco Zaffini che due mesi fa, ad Assisi, concluse il suo intervento sottolineando che in Umbria “il cambiamento tanto atteso, dopo mezzo secolo di sinistra, non lo abbiamo ancora visto”. Un conflitto senza mezze misure destinato ad aumentare le tensioni e divisioni proprio in vista delle prossime nomine sulla sanità. Prima ancora dei nomi c’è però il giudizio sugli uscenti. Si racconta che c’è un’ala della maggioranza che chiede di cambiare gli attuali vertici della sanità che avrebbero deluso le aspettative, mentre altri, a cominciare dalla governatrice Tesei, che punterebbero ad un ricambio più soft. Il clima sicuramente non aiuta e il rischio patatrac è sotto gli occhi di tutti. Ormai nelle strutture sanitarie umbre il malcontento è tanto, l’insofferenza dei cittadini cresce e la delusione del personale sanitario è sotto gli occhi di tutti. Se non è l’ultima spiaggia poco ci manca.