Sanità Umbria, i conti non tornano: l’ultima trimestrale conferma le difficoltà. Polemiche sui tagli dei farmaci

” L’ultimo monitoraggio trimestrale della spesa sanitaria conferma la difficoltà economica del sistema sanitario regionale anche per l’anno in corso”. La conferma arriva questa mattina dalla giunta regionale durante i lavori dell’Assemblea legislativa. Una situazione, quindi, che certifica le grandi difficoltà di bilancio e un serio disavanzo sulla sanità. Insomma, le uscite superano le entrate. Ma di quanto ? Su questo si continua a non conoscere le cifre esatte, l’ammontare del deficit resta ancora un rebus. Forse 80-100 milioni di euro, forse più. Difficile dirlo fino a quando non ci sarà una comunicazione ufficiale da parte della Regione. L’unica certezza è che l’ultima trimestrale avvalora il disagio dei conti della sanità. Le ragioni, per la giunta regionale dell’Umbria, vanno ricercate principalmente su tre fronti: aumento dei costi Covid, crisi energetica e spesa farmaceutica. Lo ha detto in aula l’assessore Michele Fioroni, che ha sostituito il collega Coletto assente questa mattina. Fioroni ha letto l’intervento che avrebbe dovuto presentare Coletto, riportando esattamente il pensiero dell’assessorato alla sanità. Per la spesa farmaceutica l’Umbria ha una percentuale più alta del tetto previsto per gli acquisti diretti. Uno sforamento che incide pesantemente sulle risorse del sistema sanitario regionale perché, quando si supera il tetto massimo stabilito, ” il 4,77% del fondo sanitario nazionale viene tolto ai cittadini umbri per la propria assistenza sanitaria, ospedaliera e territoriale”, ha sottolineato il rappresentante della giunta Tesei. Ma, la domanda che viene spontanea è come sia stato consentito tutto questo e chi non ha controllato lo sforamento.  ” L’Umbria – ha aggiunto Fioroni per conto di Coletto – è tra le regioni che usano maggiori quantità di dosi di farmaci e a maggior costo. Anche nella spesa per acquisti diretti l’Umbria ha una spesa in crescita rispetto al dato nazionale”. Ma di chi è la colpa ? Dei cittadini umbri che usano troppi farmaci o fanno un uso inappropriato ? Dei medici che vengono meno al principio dell’appropriatezza prescrittiva ? Della scarsa trasparenza sui prezzi ? Una cosa è però chiara: accorgersi dopo tanto tempo che l’Umbria spende più del consentito è la conseguenza di un’assenza imperdonabile nei controlli. E i controlli competono al sistema sanitario regionale e alle sue articolazioni nelle diverse aziende sanitarie e ospedaliere. La seconda cosa certa è che la colpa non è dei pazienti umbri che sono semplicemente le vittime del sistema che non funziona.  L’ultima presa di posizione della regione, la lettera del direttore regionale alla sanità Massimo D’Angelo (fino a poche settimane fa direttore sanitario dell’Usl Umbria 1), sulla necessità di stringere i cordoni della borsa, ” nasce per richiamare le Aziende sanitarie ad una spesa più attenta”, ha precisato Fioroni in Aula. Infatti, secondo Palazzo Donini  non tutte le aziende sanitarie ” si sono attivate in maniera uniforme”. A questo punto viene spontanea un’altra domanda: quali sono le Aziende sanitarie umbre che hanno disatteso i compiti assegnati dalla Regione, se sono stati assegnati ? E, chi ha disatteso le direttive è stato poi confermato ai vertici regionali della sanità ? Gli obiettivi della Regione, comunque, ” non sono tagli lineari ma ridurre i costi medi per consentire di trattare un numero maggiore di pazienti rispetto al 2021″, ha precisato l’esponente dell’esecutivo regionale. Come ? “Puntando sui farmaci biosimilari, che si ottengono a prezzi più bassi di acquisto e consentono di ottenere gli obiettivi assegnati. Da maggio 2022 ci sono i primi risultati positivi sugli acquisti diretti”, aggiunge Fioroni. Poi arriva una mezza stilettata ai medici: “La libertà prescrittiva dei medici va esercitata nel rispetto delle regole esistenti, utilizzando in modo appropriato le risorse evitiamo costi aggiuntivi se non necessari”. Andrea Fora, Patto Civico, che sull’argomento aveva presentato una interrogazione, ha replicato sottolineando che ” i cittadini di questa Regione faticano a comprendere quale sia la reale situazione”, ricordando che questi tagli “colpiscono anche i farmaci delle strutture di oncologia ed ematologia, uno scenario difficile da capire”.