Si accelera sui vaccini: oggi la decisione sull’estensione della quarta dose agli over 60. In Umbria un’onda di positivi
L’accelerazione del contagio impone di anticipare la somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid anche a chi non è anziano o fragile. Cioè agli over 60. La decisione è attesa per oggi. Questa svolta repentina è dovuta a due ragioni: si sono riaperti i rubinetti dei contagi e le quarte dosi somministrate sono poche. Quindi un’opera di convincimento si rende necessaria. Del resto in Umbria siamo ben sotto la media nazionale. Eppure, proprio in questa fase, i vaccini sono fondamentali se non per prevenire l’infezione, per evitare il ricovero. Ormai in Umbria siamo a quasi 21 mila positivi, con 1.700/1.800 contagi al giorno e un tasso di positività che si aggira intorno al 30%. Con conseguenze sugli ospedali: in questi giorni sono aumentati i degenti nei reparti ordinari (238 i pazienti Covid ricoverati in Umbria) e si registra anche una leggera crescita dei pazienti in terapia intensiva ( fino a ieri sera erano 7 ). Proprio di fronte a questi dati è necessario accelerare sui vaccini. Uno studio condotto su 40 mila anziani in Israele dimostra che la quarta dose ha ridotto del 34 per cento la possibilità di contrarre la variante Omicron del virus e ha evitato l’ospedale al 64-67% del campione. E l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità calcolava un rischio di morte per i non vaccinati 7 volte maggiore che per chi si è immunizzato. Tanto più che, secondo l’Imperial College di Londra, sta per arrivare una sottovariante ancora più contagiosa, la BA 2.75, appena comparsa in India, forse la più contagiosa nella storia. Lo ha riferito proprio in queste ore il direttore della clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, professor Matteo Bassetti. E’ anche vero, come sostiene oggi sul Corriere della Sera, il professor Fabrizio Pregliasco, ordinario di Igiene generale all’Università di Milano, che “siamo in una fase di transizione tra pandemia ed endemia, quella in cui il virus comincia a convivere con noi senza dare troppo fastidio”. Questo non vuol dire però che non ci saranno altre ondate, probabilmente, si spera, di impatto “sempre minore”. Per tutte queste ragioni resta incomprensibile la scelta della Regione Umbria di sopprimere il servizio delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) per l’assistenza dei pazienti Covid. ” Per chi ha un minimo di buon senso – ha detto il capogruppo del Pd di palazzo Cesaroni, Simona Meloni – il ripristino delle Usca è la sola cosa da fare prima che la situazione sfugga definitivamente di mano”. Sono passati undici giorni dalla chiusura delle Usca e in Umbria siamo arrivati a quasi 21 mila attualmente positivi e con la percentuale più alta in Italia di occupazione dei posti letto in area medica.