Umbria Covid, arriva Paxlovid: la pillola di Pfizer che libererà i reparti. La differenza con i monoclonali

Presto arriverà anche in Umbria, e solo questione di giorni. Nel frattempo la pillola Paxlovid è stata somministrata al primo malato Covid, un uomo di 54 anni con patologie cardiovascolari. Allo Spallanzani di Roma, prestigioso Istituto nazionale per le malattie infettive,  sono state somministrate – come prevede la procedura – le prime tre pasticche in regime di ospedalizzazione. Ora il paziente dovrà continuare ad assumerne tre la mattina e tre la sera per cinque giorni. Poi tornerà all’ambulatorio dell’Ospedale per verificare la efficacia della cura. Ci sono molte speranze sull’efficacia di questa pillola, le aspettative sono molto elevate, perché l’efficacia attesa è quasi del 90%. Se tutto procederà bene il rischio ospedalizzazione dei pazienti Covid è destinato a scendere in modo significativo. Una cura, quindi, che potrebbe liberare i posti nei reparti. C’è, inoltre, una notevole differenza con i monoclonali. La differenza è la somministrazione. La pillola è per via orale, i monoclonali sono per via endovenosa e comportano un’ora di infusione in ospedale più un’altra ora di osservazione. Inoltre gli antivirali sono indipendenti dalle varianti. Insomma, con Paxlovid ci sono tanti vantaggi e verrà usata per trattare casi in fase precoce e con fattori di rischio, come malati coronarici e oncologici. Per questo c’è attesa anche in Umbria, anche se nella nostra Regione gli ospedali registrano una situazione abbastanza gestibile sia nei reparti di area medica dedicati ai malati Covid sia nelle terapie intensive di Perugia e Terni. E’ solo questione di giorni poi arriverà anche nella nostra Regione Paxlovid, la pillola anti Covid di Pfizer , composto dall’antivirale Nirmatrelvir e dal Ritonavir.