Città di Castello, assemblea in Comune per fare il punto sulla E45

CITTA’ DI CASTELLO – Dopo lo stop a Valsavignone, stati generali sulla e45 a Città di Castello: sabato 26 gennaio alle 15,30 nella Sala del Consiglio comunale è stata convocata un’assemblea pubblica dedicata alle problematiche della e45 a seguito della decisione di chiudere il viadotto Puleto. Sono stati invitati il prefetto di Perugia, parlamentari ed europarlamentari, la presidente della Regione Umbria e i consiglieri regionali, i comuni dell’Alto Tevere, i consiglieri comunale di Città di Castello, associazioni di categoria e sindacati. Lo annuncia il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta, nel giorno in cui a Roma il Ministro ha convocato le Regioni e le Province interessate dalla strada, tra cui la Provincia di Perugia, di cui il sindaco tifernate è presidente. “Ho anticipato qualche ora fa al consiglio comunale l’intenzione di andare ad un’iniziativa pubblica che portasse all’attenzione di governo, regione e forze sociali il tema della e45, che è un tema di tutti ma in particolare del nostro territorio in cui rappresenta l’unica via di collegamento esterno. Il rischio di isolamento è reale e non sarà indolore. Governo, Regione e opinione pubblica debbono sapere che per l’Alto Tevere gli effetti di tale stop alla catena del trasporto si sta già facendo sentire sull’economia. Ci aspettiamo soluzioni concrete e rapide davanti ad uno scenario preoccupante per l’intero sistema Umbria”. La e45 è stata al centro dei lavori del consiglio comunale di Città di Castello grazie ad un’interrogazione di Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, che, rilanciando il nodo della sfondamento a Nord di FCU, ha parlato di “uno splendido isolamento di tutto l’Alto Tevere: la ferrovia interrotta, Bocca Trabaria che non funziona, la presa in giro della Guinza che non verrà aperta, il blocco a Nord della Superstrada. L’economia dell’Alta Valle del Tevere economia è in condizioni pietose e mi stupisce che gli operatori economici non abbiamo denunciato tale situazione, protestando per i loro profitti destinati a crollare. Dobbiamo attivarci immediatamente per verificare la possibilità non tanto di ripristinare la E45 ma una via alternativa, la vecchia statale, che si potrebbe adattare con pochi milioni di euro”. Anche nella risposta del sindaco la problematica della Fcu era stata superata dalla chiusura della e45, “un evento molto preoccupante. Grazie all’intervento dell’europarlamentare Agea, anche Regione Umbria e Provincia di Perugia, in un primo momento non invitate, saranno al vertice al Ministero e mi auguro che la situazione sia risolta in tempi rapidissimi, perché Sassolini ha ragione: rischiamo di vedere collassare la nostra economia per colpe non nostre” ha detto il sindaco al consiglio “Se dura questa situazione di isolamento viario chiuderanno le aziende. Per la nostra economia la e45 è vitale. Non si può fare una bella riqualificazione del tratto umbro e poi chiudere a Nord”. Anche nelle comunicazioni l’argomento è tornato di attualità: il capogruppo di Castello Cambia Vincenzo Bucci ha parlato al consiglio comunale di Città di Castello della chiusura del viadotto di Valsavignone della e45: “La drammaticità della situazione è evidente dalle parole del sindaco. Avevamo solo quella strada, ora siamo isolati. Mi auguro una soluzione per riaprire il viadotto almeno in senso unico alternato”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto che “insieme al consigliere Vittorio Vincenti abbiamo depositato un’interpellanza sullo stallo delle infrastrutture e quale soluzione la Giunta intende appoggiare per la E78. Auspicabile lo sfondamento verso le Marche della e78 e della FCU verso Arezzo, ma la priorità è lo sfondamento della e78 sulla e45 verso Arezzo, unico collegamento pratico e moderno per uscire dall’Alto Tevere”. Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha parlato di “Tempesta perfetta nelle infrastrutture. La 221 è una mulattiera, soprattutto verso Nuvole, incidenti a Vingone, al bivio di Citerna e a Lerchi dove c’è anche un problema di inquinamento acustico e atmosferico, dato che i mezzi pesanti passeranno per questa frazione. Non si curano di quello che pensiamo qui, a prescindere dal colore. Quando la Strada Tiberina tre bis, a seguito della costruzione della E45, passò al comune, i finanziamenti rimasero a Roma. La Regione spende milioni, gli ingegneri di Anas che fanno tra un crollo ed un altro? Ci sono forse politiche che volevano trasformare la e45 in autostrada. Dobbiamo dare seguito alla proposta della Lega passata all’unanimità per un tavolo tecnico con tutti i rappresentanti perché questo territorio è stufo delle centinaia di promesse. Dobbiamo costituirci parte civile verso gli enti che avevano l’obbligo della manutenzione della e45”. Vittorio Morani, capogruppo del Psi, ha parlato di “problema viario troppo a lungo rimandato, che ha penalizzato l’economia. Abbiamo visto dopo Valsavignone tante mobilitazione di parlamentari e sindaci. Ma se la e45 è chiusa, l’Umbria è tagliata fuori. Andiamo a parlare con il ministro Toninelli e chiediamogli come potrei farei, se avessi il reddito di cittadinanza e avessi una chiamata, ad andare a lavorare in Umbria”. “Il problema non riguarda sono il governo presente” ha detto il sindaco Luciano Bacchetta: “Sulla e78, è paradossale che chi non ha voluto la Due Mari ora si strappi le vesti. L’ex ministro Nencini aveva messo cento milioni ma ora il progetto è riportato a quattro corsie e sono stati tolti i cento milioni. È il modo per non fare niente. Poteva essere fatta con due corsie e senza costi iperbolici ora non si farà affatto, perché i territori si solleveranno contro le quattro corsie del progetto del governo. Si è aperto un conflitto tra la magistratura aretina e Anas, speriamo che non allunghi i tempi di una soluzione. Un’iniziativa pubblica a Città di Castello è doverosa perché in prima linea c’è la nostra economia”.

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