Città di Castello, piazza Burri: approvato l’accordo di programma tra Comune e Fondazione
CITTA’ DI CAASTELLO – Approvato dal consiglio comunale l’accordo di programma integrativo tra Comune di Città di Castello e Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri per la realizzazione di Piazza Burri: sì della maggioranza (Pd, Psi, La Sinistra) e Movimento Cinque Stelle, astensione di Lega e Fratelli d’Italia, no di Tiferno Insieme e Castello Cambia, Forza Italia non ha partecipato al voto. Subito dopo l’approvazione, il sindaco Luciano Bacchetta e del presidente della Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri hanno firmato l’accordo.
Che cosa dice l’accordo. La piazza pensata da Burri ridisegna l’attuale Piazza Garibaldi: al posto della scuola è prevista una struttura nera di 16mila metri cubi con altezza al punto massimo di 20 metri, lunghezza 58 metri e profondità 16; a distanza verrà collocata l’opera TeatroScultura, 5 arcate su base circolare con diametro 14 metri e altezza 9, che unirà in una ideale linea retta i manufatti a Palazzo Albizzini sulla base del modellino realizzato dal Maestro. La struttura sarà in materiali moderni a tre piani di 735 metri quadrati ed uno interrato per un totale di 3000metri quadrati. Rappresenta l’ultimo sogno di Burri non ancora realizzato, dopo il Catalogo generale, i tre musei, il Teatro Continuo di Milano, il Cretto di Gibellina. Costerà 15 milioni di euro a cui si aggiungono i 15 della valutazione di mercato del Teatro Scultura. Sarà finanziata dalla Fondazione e dalla società accreditata ad operare per interesse istituzionale dalle autorità degli Emirati Arabi, che, insieme, dentro la struttura, gestiranno Alveare, un centro internazionale per la promozione di grandi progetti e grandi talenti. Piazza Burri sarà un “unicum” sotto diversi punti di vista: culturale, urbanistico ma anche procedurale: la rispondenza giuridica e contrattuale dell’accordo di programma tra Comune e Fondazione permetterà al Comune di mantenere la proprietà su piazza a manufatti, pur senza finanziare l’opera. La Fondazione Alveare si assumerà ogni onere caratterizzando l’iniziativa come liberalità, priva di elementi utilitaristici e quindi non ricadente sotto il Codice dei Contratti. Il Comune manterrà in capo il controllo, si impegna a rivedere ed adeguare la viabilità. La realizzazione è prevista dal prg in adozione e dal Piano di mobilità urbana, entrambe nel contesto del quadrante che comprende i Molini Brighigna e la zona retrostante l’attuale Piazza Garibaldi. I tempi di completamento previsti all’oggi sono: primavera 2020.
In apertura di seduta monotematica del consiglio comunale di Città di Castello, convocato stamattina, sabato 23 giugno 2018, il sindaco aveva sottolineato “il lungo iter e il grande lavoro diplomatico di Fondazione Burri e dell’Amministrazione perché ci fossero le condizioni per realizzare la piazza sognata dal Maestro. Oggi inizia una nuova fase che determinerà una svolta urbanistica e culturale per Città di Castello, concludendo un percorso iniziato negli anni Ottanta, con il Maestro Burri in vita, che pose la Piazza in cima ai suoi obiettivi. Dal sindaco Pannacci in poi, ogni sindaco ha portato avanti questa grande prospettiva ed oggi, non senza emozione, siamo di fronte a un momento storico. I contenuti fondamentali dell’accordo di programma riguardano la messa a disposizione dell’attuale Piazza Garibaldi dove sorgerà Piazza Burri, sulla base del progetto del Maestro e la Fondazione si vincola alla realizzazione della struttura e all’insediamento della scultura. Su questa strategica porzione della città, su cui si affaccia Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, lavoreremo perché la viabilità sia più funzionale ma non è oggi all’ordine del giorno. Il consiglio comunale è chiamato in questa convocazione ad imprimere una diversa direzione allo sviluppo futuro della città in nome dell’opera e dell’eredità di Alberto Burri”. Ha ringraziato per il lavoro il segretario Bruno Decenti, concludendo “se avrò l’onore di inaugurare l’opera, questo obiettivo sarà sufficiente a giustificare la mia storia politica”.
Che cosa dice l’accordo.
“Il Maestro di cui ci onoriamo di tenere viva la memoria, credo che oggi esulterebbe nel vedere finalmente concretizzata il suo ultimo desiderio” ha detto il presidente della Fondazione Bruno Corà. La Fondazione si ritiene ancora più impegnata alla realizzazione della Piazza dove troverà posto un’attività che abbiamo definito l’Alveare, una delle più avanzate iniziative e concezioni artistiche del nostro tempo, rivolta alle giovani generazioni all’insegna dell’arte di Burri. Questa fase artistica darà un volto nuovo alla città, già ricca di storia, conferendole la leadership artistica dell’intera regione. A nome della Fondazione dichiaro che lavoreremo intensamente per realizzare nel più breve tempo possibile, una nuova pagina di storia. Invitiamo i cittadini ad unirsi a noi e festeggiare questo momento. Arrivederci in cantiere per la posa della prima pietra”.
Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha definito l’accordo “una bella iniziativa. La piazza rimarrà al comune, le ditte saranno locali. Abbiamo la perplessità della viabilità, Piazza Garibaldi e i pullman dove li metteremo. Il progetto è presentato in linea di massima. Aspettiamo i fatti concreti. Speriamo che i tempi siano brevi e non dico di no al progetto. Aspetto che venga presentato l’esecutivo”.
Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha specificato “la mia posizione è di chiaro-scuro. Le preoccupazioni non sono legate all’opera ma a quello che le starà attorno e che all’oggi è sconosciuto. Se guardiamo i progetti di questa Amministrazione – per esempio ex Fat e Cinema Vittoria – non c’è da stare tranquilli. Da tempo dico che prima di Piazza Burri bisogna intervenire sul centro storico: vantare un luogo pubblico dedicato a Burri ci farebbe onore, dato che ancora non c’è, ma bisogna intervenire sulle criticità. Avevo chiesto una commissione per studiare migliorie al quadrante prima del cantiere di Piazza Burri, che avrà un impatto sulla viabilità. Non è stato detto nulla su questo, rispetto al quale la Fondazione c’entra poco anche se ne dovrà affrontare le conseguenze. Ci sono tanti contenitori privati – Molini Brighigna e Consorzio Agrario – il cui destino non è noto. Non si può procedere a stralcio e senza un quadro di insieme. Sono felice di Piazza Burri ma ho forti dubbi sulle modalità. Sì all’opera ma l’Amministrazione ci presenti un programma di gestione del cantiere dell’opera e una prospettiva su cui lavorare per le emergenze del quadrante. Non parteciperò al voto per motivi personali”.
Gaetano Zucchini, capogruppo del PD, ha detto che “non fa onore a questo momento importante introdurre nel dibattito elementi altri. Oggi stiamo vivendo un momento storico e sono felice di partecipare come attore non protagonista dando l’assenso del mio gruppo e mio al progetto. Conosco la storia recente di Piazza Garibaldi, dalle passeggiate al bagno nella Fontana della Pace, quando l’Italia vinse i Mondiali, fino a terminale dei bus. Grazie al Centenario e alla Fondazione, Città di Castello sta diventando la città di Burri, è conosciuta come la città di Burri. Con la Piazza diventeremo un art district Burri-Vitelli. Per questo ringrazio la Fondazione per la realizzazione di questa opera d’arte, che permetterà un’esperienza unica al visitatore. Molto tempo è passato dal 94 e dal primo accordo ma siamo finalmente giunti alla fine. Auspico che nella Fondazione Alveare ci sia una partecipazione del comune attraverso l’assessorato alla Cultura. Lo sviluppo delle aree circostanti non è secondario ma viene dopo l’accordo di programma. Nel 2015 avevo proposto di intitolare simbolicamente Piazza Burri; poi è stato deciso di farlo in concomitanza con l’inizio dei lavori. Attendo quel momento. Chiedo di coinvolgere di nuovo il Ministero in nome del ruolo che ebbe con la legge del Centenario”.
Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha premesso all’intervento una riflessione sull’articolo 20 del Codice dei Contratti, sulla base del quale si realizzerà la Piazza, ponendo l’accento sul fatto che “tale modalità non prescinde dalle regole generali e non prevede utilità né diretta né indiretta per chi compie l’opera. Verifichiamo che stiamo nella fattispecie. Burri disegna una bellissima opera per gli anni Ottanta in cui la percezione estetico-culturale era diversa. Oggi approviamo un accordo di programma grazie ad un mecenate degli Emirati Arabi, a cui siamo grati. Ma quando verranno gli arabi, mettiamo il cellophane ai Molini Brighigna o all’allora ex Coop, al Consorzio Agrario? Il primo augurio che faccio è che sia terminata ma non possiamo prescindere dal contorno. Il comune deve recuperare quello che non ha fatto prima soprattutto nell’ambito del piano regolatore. La soluzione a costo zero è un concorso di idee sulla sistemazione globale. L’Università di Perugia ha già fatto studi che nessuno ha degnato. Il nome di Burri richiamerà archistar. Dobbiamo aprirci all’esterno, mi rivolgo alla Fondazione che ha un respiro internazionale.”.
Ursula Masciarri: “Oggi è un giorno storico che vede il suo incipit del programma integrativo per Piazza Burri. E’ un onore essere partecipe di questa decisione. La Piazza è un atto d’amore di Burri per la sua città. La sua ubicazione è un proseguo ideale con Piazza Matteotti e Piazza Gabriotti, un’agorà di nuova concezione, un museo a cielo aperto, la cornice di un quadro che coniuga spazio e materia. Da qui emerge la potenzialità di completare il sistema-Cultura di Città di Castello. Il Maestro aveva una visione ampia: la Pinacoteca i tre musei di Burri e la Piazza, elemento di maggior impatto visivo. Auspico che Piazza Burri sia il veicolo della cultura da e per Città di Castello, portale di un messaggio ritrovato che abbia a cura l’intelletto della gente e polo della cultura internazionale. Piazza Burri sarà di beneficio anche per il centro storico: questa visione è il frutto della sinergia del Comune – soprattutto del sindaco – e la Fondazione Burri. A loro va riconosciuto il merito”.
Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha specificato che il suo abbigliamento (spezzato con giacca kaki), così come quello del collega Sassolini, era ispirato all’avventura coloniale a cui partecipò Burri. “Nel momento in cui nel panorama italiano si fa una sorta di caccia alle streghe toponomastica, la Piazza ad Alberto Burri è una sanatoria e la fine di contrapposizioni ideologiche. Se stessimo agli isterismi politici, questa piazza dovrebbe chiamarsi in un altro modo. Il maestro fu tra quel 10% di militari italiani che non cooperò e pensò di finire la guerra dove l’aveva cominciata. Negli Usa ebbe una grande rivincita, anticipando concetti che l’arte americana recepì e sviluppò anni dopo. Passando all’accordo, io credo poco alle compensazioni urbanistiche, quando i privati devono fare interventi onerosi. Se è valido il concorso di idee sull’area, ma nel progetto originario c’è anche l’intenzione di coprire nello skyline la fisicità dei Molini Brighigna che erano in attività. La Fondazione avrà carta bianca e vengono meno le regole per le opere pubbliche ma i parametri di qualità, velocità ed economicità debbono essere salvaguardati: il consiglio dovrà avere un coinvolgimento costante così come gli operatori locali perché intorno alla Piazza ci sia la partecipazione, ben avviata dal sindaco che ha investito il consiglio dell’approvazione dell’accordo. Aspettiamo che tale filosofia investa anche i rappresentanti del comune nella Fondazione, come era nella Prima Repubblica. Invito a limitare le inaugurazioni della Piazza”.
L’assessore alla Cultura Michele Bettarelli è intervenuto per dire che “il concetto chiave di questo consiglio è che, grazie all’impegno di tutti e del sindaco in particolare, stiamo vivendo un momento epocale. Realizziamo un progetto di Burri, come e dove l’ha pensato il Maestro. Sposta gli equilibri ma dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti. Il progetto fin dal 2011 è previsto dal prg, porta con sé tanti elementi urbanistici anche se la cosa più importante è che proietta nel mondo Città di Castello. Ci sono complessità ma c’è anche il prg, il Pums, piano della mobilità urbana sostenibile. Non è così scontato avere un investitore per 30milioni di euro, che si impegna per 10 anni gestire una struttura culturale. Non parliamo di alberghi, commercio ma solo di attività culturali in relazione con i contenitori della Piazza, il Centro di documentazione dell’arte contemporanea, Palazzo Albizzini…Quello che stiamo attraversando è un nodo cruciale: condividiamolo”.
Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha sottolineato come “Piazza Burri sia il tentativo del Maestro di unire Rinascimento a Contemporaneità e forse di coprire la parte retrostante allontanando la destinazione di terminal da quello spazio. La città avrà ricadute internazionali. Città di Castello sarà un unicum in Umbria. Ma è necessario chiarire aspetti dell’accordo con i finanziatori, i rapporti che avranno con la città. Non è stato fatto anzi ci è stato detto che ancora i margini di trattativa sono aperti. Il centro di arte contemporanea è molto positivo ma la cogestione con Alveare non è stata esplicitata. La Fondazione ha perso un’occasione di trasparenza. Rimane da comunicare il progetto esecutivo che non fa parte dell’accordo di programma. Che senso ha citare l’accordo del 95? L’articolo 20 del Codice dei Contratti esime da tutte le regole degli appalti pubblici? Verifichiamo all’Anac. Sono d’accordo con il concorso di idee per la parte esterna, che va riqualificata. La ristrutturazione della Scipione Lapi non è un esempio di successo”.
Emanuela Arcaleni, consigliere comunale di Castello Cambia, si è detta contenta “di un progetto che la città aspetta da oltre 20 anni e fu varato dalla stessa Amministrazione che diede il via alla Biblioteca, ancora chiusa. Siamo favorevoli ma l’accordo viene presentato come integrativo di quello del ’95: è ancora valido? L’attuale inoltre non ha valore di contratto. Allora è solo una cornice che realizza con fondi del tutto privati di una mega opera di circa 16mila metri cubi, tutto dedicato ad un Centro di arte contemporanea, e una mega scultura e un mega parcheggio interrato. A parte il progetto, che la città non conosce, nel testo non c’è scritto che tutto resta in mano pubblica. Preferirei leggerlo anziché fidarmi. Infine l’articolo 20 dichiara che solo con il progetto di fattibilità si può procedere all’accordo. Il comune nell’Alveare non c’è e non lo gestirà ma la Fondazione sì quindi avrà, anche se non monetaria e indiretta, l’utilità, vietata dall’articolo. Infine nella PA l’evidenza pubblica è la regola per tutti gli acquisti e le vendite, ora voi realizzate un’opera da 15 milioni prescindendo da tale regola. I soggetti arabi dell’impresa chi sono? Perché non conoscerli, perché non giocare a carte scoperte, coprire l’identità delle persone, ci sono un po’ troppi aspetti opachi. Tra i quali le soluzione di tutti i disagi che saranno, questi sì, a carico dei cittadini e della città. Se ci fossero degli stop, ipotesi non infrequente nella storia urbanistica di Città di Castello? Chiediamo un parere preventivo all’ANAC” ha concluso presentando una mozione in tal senso, che non ha passato il vaglio della maggioranza, astenuti Lega, Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle, contrari Tiferno Insieme e Castello Cambia, Forza Italia non ha partecipato al voto.
Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha detto “non condivisibili le richieste dell’Arcaleni, perché fuori luogo. Siamo prossimi alla realizzazione di Piazza Burri, un passaggio importantissimo. Il comune e la Fondazione hanno costruito il programma ed oggi con orgoglio da cittadino tifernate sono emozionato. Quello che fino a poco tempo fa sembrava un’utopia ora prenderà il via moto presto. Con l’accordo si stabilisce anche la tempistica: primavera 2020. Una svolta epocale come dice il nostro sindaco. Città di Castello salirà alla ribalta internazionale per l’arte contemporanea. Rispecchia il modellino del Maestro. Il plastico è il suo ultimo quadro, il suo ultimo sogno, parla per lui. Se la nostra città di distingue per avere due piazze, ora ne avrà tre per un ingresso al centro storico che sorprenderà tutti. Piazza Burri ha un costo oneroso e le autorità degli Emirati vorranno qualche contropartita. Ringraziamo la Fondazione per il lavoro determinante per promuovere la nostra città. Insieme al comune deve portare a termine il percorso avviato”.
L’assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondi ha parlato “dell’inizio di un percorso. Sta nel DNA della politica e nella bontà di un progetto culturale. Cultura e condivisione sono sinonimi. Le PA hanno difficoltà a creare e anche mantenere le opere ma qui parliamo di un’opera d’arte, che crea domande, perplessità ma vanno sfidate. I dubbi che riguardano la viabilità vengono dopo: è l’opera che ridefinisce gli spazi, gli interessi e le modalità di fruizione. E’ su un piano superiore”.
Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, si è detto d’accordo con Secondi e in disaccordo con Bettarelli: “Noi oggi votiamo una sfida. La Fondazione Burri ha vinto la sua: ha trovato investitori e una strada per concretizzare le volontà testamentarie di Burri. Fate bene a tenere riservate le trattative perché altrimenti nella politica umbra vi salta tutto. Gli arabi vogliono Burri come risorsa culturale quando il petrolio finirà. La Fondazione ha fatto la sua parte; ora tocca al Comune per riqualificare le aree contigue. Gli investitori vengono se c’è convenienza, ad esempio un albergo di lusso: ma il panorama, i negozi, il verde deve essere perfetto. Sfruttiamo al massimo questa opportunità, uniti e senza che la bassa politica azzoppi il progetto. Il Movimento 5 Stelle darà fiducia al progetto ma ci sarà un sindacato ispettivo spietato”.
Mirco Pescari, consigliere del PD, “con enorme emozione” ha detto “partecipo alla conclusione di questo percorso politico e che ha visto la mia parte politica in prima linea. Piazza Burri è un’opportunità che dobbiamo alla Fondazione. Ci sarà uno spostamento del centro civile della città in Piazza Garibaldi. Oggi il dibattito ha concesso molto al provincialismo con una lettura di natura urbanistica o corporativa. E’ un peccato: perché il concorso di idee non lo facciamo alla luce di come la città sarà modificata da Piazza Burri. Condivido la trasparenza invocata dalla Arcaleni ma senza fermare il percorso”.
Anche Massimo Minciotti, capogruppo del PD, si è detto “felice e dopo l’insediamento è il giorno più importante degli ultimi due anni. Senza entrare nel merito della discussione, Vincenti è un buon procuratore degli architetti locali e non vedo il buio di Castello Cambia. Voto sì per l’aspetto economico dato che la piazza aumenterà l’attrattività turistica e perché rilancerà il centro storico”.
Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha detto che “qui si fa la sintesi di venti anni di iniziative meritorie che non hanno mai visto la fine. Non è il momento delle polemiche ma delle speranze. Alberto Burri ha svettato nel panorama internazionale e la città ne sta prendendo consapevolezza. Sarà un volano per elevare l’offerta turistica del territorio. Abbiamo espresso perplessità sugli impegni dell’amministrazione, contenuti nell’accordo. Ci asterremo non perché siamo contrari ma perché siamo prudenti. Ci saranno interessi non convergenti; al consiglio comunale sta l’armonizzazione perché non si siano strascichi o stop ai lavori, togliendo ogni angolo d’ombra per arrivare all’obiettivo: soggetti, modalità e gestioni, dato che l’articolo 20 apre possibilità ma pone anche limiti precisi all’azione. Abbiamo trovato investitori stranieri ma per l’importanza dell’opera Comune e Fondazione non avrebbero dovuti essere lasciati soli dal Ministero”. Anche Mancini ha citato una delibera di ANAC in cui si ribadivano che l’articolo 20 impone la chiarezza sul soggetto contraente, la Fondazione Alveare all’oggi non conosciuta. Il concorso di idee non significa snaturare il progetto di Burri ma capire cosa fare intorno”.
Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha sottolineato “la generosità di Burri a suo tempo nel rilevare i capannoni del tabacco dall’opzione di acquisto del comune, già all’epoca di Pannacci si pensò ad un collegamento con l’area dei Molini. Sono stati sollevati molti dubbi di legittimità. Io non credo che qualcuno non voglia la trasparenza o la legalità. Ma non possiamo fare ostruzionismo su Piazza Burri. L’ANAC può intervenire in molti modi, il fatto che se ne sia molto parlato è già una disponibilità perché le cose siano fatte nel modo giusto. Abbiamo analizzato in commissione il piano per l’area retrostante la Piazza, valorizziamo i lavori degli studenti e ripensiamo la destinazione degli immobili, ben venga il concorso di idee”.
Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha focalizzato l’attenzione “sulla zona attigua perché è molto fatiscente. I parcheggi dovrebbero essere usati da tutti, il comune dovrebbe coordinare la fase lavorativa affinché si riqualifichi il centro storico nella residenza e nell’assetto. Piazza Burri non è isolata. Sul fronte turistico sarà un aiuto ma dovremmo integrarci con le altre città. Dobbiamo partire anche se ci saranno criticità. Dopo 10 anni chi manterrà la struttura? Ho dubbi sul mecenatismo”.
Nelle conclusioni il sindaco ha detto che “tutti hanno colto la portata di questo consiglio. L’accordo è il primo passo. Voglio fugare le perplessità di fronte ad una vicenda epocale perché abbiamo tutti gli strumenti informativi e di trasparenza per poterla votare. Ci saranno inevitabili disagi che cercheremo di contenere. Sull’identità degli investitori, ho avuto contatti con l’ambasciatore degli Emirati, che è persona seria ed autorevole. Boicottare con la scusa dell’ANAC è invece disdicevole: abbiamo fatto molte verifiche e siamo tranquilli, rigettiamo la mozione di Castello Cambia, mi stupisco che sia stata presentata in questa sede. Si tenta di bloccare strumentalmente un progetto quarantennale che oggi vede la luce. La Fondazione ha nel suo DNA realizzare Piazza Burri ed ha il diritto/dovere di trovare investimenti economici. Fin dal primo atto abbiamo coinvolto il consiglio. Oggi stiamo per vivere per una giornata storica che non verrà inficiata da qualche tentativo meschino di bloccarla”.
Il presidente Bruno Corà ha detto che “il dibattito fatto emergere come l’opera sia importante per tutto il consiglio comunale ma proprio per tale ragione la Fondazione si sente chiamata ad una maggiore responsabilità che per noi non passa solo dalla trasparenza – Burri con le Plastiche ha creato per la prima volta un opera attraverso cui si può guardare – scontata, alla base; ma le occasioni vanno colte quando si presentano. Burri ha colto una tempistica circostanziale, perché anche nell’arte si vive di illuminazioni, Se non avesse fatto quelle scelte non avremmo la sua eredità. Di quello che è intorno alla Piazza e come gestirlo noi siamo rispettosi”.
Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, nella dichiarazione di voto ha annunciato voto positivo “al netto di molte perplessità. Il progetto andrebbe riletto alla luce delle mutate esigenze e la città non è preparata a questo appuntamento, perché manca la viabilità e la logistica delle parti circostanti. Sarà una Piazza con un buco intorno, tra cui il centro storico, e quindi una città con un buco intorno perché non ci sono i collegamenti, come ha sottolineato Corà in commissione. Se agli arabi non gliene frega niente, come ha detto Salvato, di quello che c’è intorno, importa ai cittadini. Ecco perché un concorso di idee potrebbe realizzare proposte tecniche a favore della città. Voteremo contro non l’opera ma contro le modalità attraverso cui si è arrivati all’opera”.
Arcaleni ha respinto al mittente le accuse di “ostruzionismo. Un parere a posteriori sarebbe sull’applicabilità dell’articolo 20, su cui non si torna indietro dopo la firma dell’accordo. Posso avere dei dubbi? Siamo costretti a votare contro e chiederemo comunque un parere all’ANAC”.