Coronavirus, l ‘Umbria e le province vicine: come rompere le catene della trasmissione. Il caso Pesaro ma non solo.
La parola d ‘ordine dell’Organizzazione mondiale della sanità è “rompere le catene della trasmissione del coronavirus”. Per farlo è necessario fare molta attenzione negli spostamenti, anche quelli più a portata di mano e il consiglio degli esperti è di non viaggiare fino a quando la situazione non sarà normalizzata. La cosa che ci viene più volte raccomandata è quella di stare a casa e prevenire i contatti con altre persone. La direttiva stabilisce che ogni spostamento all’interno del territorio italiano deve essere motivato da “esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute “. Proprio su questa possibilità vale la pena soffermarsi perche’ l ‘Umbria è una regione in mezzo a tante province, con le quali il confine storicamente va via facilmente e spesso sono luoghi di lavoro per molti umbri. Non sono pochi i cittadini dell’ Umbria che si recano in città di altre province confinanti per fare acquisti o andare a trovare amici con i quali hanno stretto nel tempo rapporti solidi. Allora vale la pena capire cosa sta succedendo a pochi passi dalla nostra comunità regionale. La situazione peggiore è sicuramente quella delle Marche, regione frequentata molto dagli eugubuni-gualdesi e dai nursini; in realtà anche una parte dell’ alta valle del Tevere si affaccia volentieri sul versante adriatico. Ad oggi nella regione Marche si contano 1.371 casi positivi ( in Umbria siamo a 197), la maggior parte sono in provincia di Pesaro e Urbino con 812 casi, segue Ancona con 356, poi Macerata con 128, Fermo 36 e Ascoli 23. Di questi, 708 sono attualmente ricoverati in ospedale ( in Umbria 57), 1o9 in terapia intensiva ( in Umbria 21). Di fronte a questa situazione il Presidente della Regione Ceriscioli sta valutando la possibilità di estendere i tamponi anche per gli asintomatici. ” Si, il dato emergente è di asintomatici che diffondono il contagio – dichiara Ceriscioli – l ‘aumento dei tamponi diventa una strategia importante “. Il dato più impressionante è quello delle morti: ben 69 pazienti ricoverati deceduti. Più di 700 casi positivi e 59 deceduti sono della provincia di Pesaro, con il Sindaco di Urbino che attacca quello di Pesaro affermando che il ” Covid-19 è arrivato proprio dalla città del Sindaco Ricci”. In questi ultimi due giorni aumentano di molto i casi positivi a Macerata, dove proprio ieri sono morti due anziani contagiati dal coronavirus nella casa di riposo di Cingoli. Va meglio nelle province Toscane che confinano con l’ Umbria, località spesso raggiunte da tanti cittadini di Perugia e , naturalmente, del Trasimeno. Tra Castiglione del Lago e Cortona è difficile stabilire dove sta il confine, così con la stessa Arezzo e Siena. Due province molto frequentate dai lacustri, per motivi di lavoro e studio. Ad Arezzo si registrano 51 casi positivi, di cui 42 sono in isolamento fiduciario e 9 ricoverati in Ospedale, mentre a Siena 66, di cui 13 ricoverati in ospedale. Gli ultimi contagiati ad Arezzo sono sette sanitari dell’ospedale di Gruccia, sarebbe stata una infermiera che dopo qualche giorno di assenza ha comunicato la propria positività al tampone. A Siena gli ultimi cinque positivi sono di poche ore fa, tra di loro un 34enne valdelsano. Il primo decesso a Siena c ‘ è stato ieri l ‘altro, un 87enne residente a Poggibonsi che era ricoverato insieme alla moglie. Ora andiamo nel Lazio prendendo la Provincia di Viterbo, un territorio molto legato con la città di Orvieto e il suo territorio. Dopo la morte di una 79 enne di Bolsena, ieri pomeriggio c ‘è stata la seconda vittima del coronavirus nella Tuscia. Si tratta di una donna di 78 anni di Viterbo, ricoverata dai primi di marzo allo Spallanzani. Nel frattempo il numero delle persone positive è salito a 44. Ci spostiamo a Rieti, cittadina ormai legatissima a Terni, dopo la realizzazione dell’infrastruttura viaria che consente un collegamento veloce. A Rieti in queste ultime ore ci sono stati due nuovi casi positivi al Covid-19 : uno a Contigliano e uno a Poggio Moiano. In totale siamo arrivati a 14 soggetti positivi. Con questo quadro gli umbri hanno il dovere di confrontarsi e comportarsi, così come sarebbe auspicabile che ci fossero più controlli nelle zone di confine lungo le strade che portano nelle località citate. Sia in entrata, sia in uscita.