Donna uccisa a Città di Castello, Anna Maria è stata colpita alla schiena. Prende forza l’accusa di omicidio familiare. Si aggrava la posizione del figlio
PERUGIA – Le prime risposte intorno alla morte di Anna Maria Cenciarini arriveranno dall’autopsia. Dall’esame eseguito oggi a Perugia si attendono in particolare chiarimenti sulla direzione e la profondità delle coltellate che hanno ucciso la casalinga di 55 anni di Varesina a Città di Castello. Due aspetti chiave per escludere una delle due ipotesi su cui stanno indagando i carabinieri: ossia il suicidio della donna, ipotesi sostenuta dal figlio, Federico Bigotti, l’unico in casa lunedì mattina al momento del fatto, o quella dell’omicidio familiare. Federico Bigotti che ieri è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato.
Stando alle indiscrezioni, l’autopsia evidenzierebbe incompatibilità tra l’ipotesi del suicidio e i fendenti inferti al corpo di Anna Maria Cenciarini. La donna sarebbe stata colpita alla schiena. Intanto oggi i carabinieri sono tornati nel casolare di Varesina per un nuovo sopralluogo concentrando l’attenzione all’esterno dell’edificio. Sarebbero emersi “elementi interessanti” che inducono gli inquirenti ad approfondire gli accertamenti anche all’interno. Accertamenti che saranno eseguiti nei prossimi giorni anche con l’uso del luminol, la sostanza capace di evidenziare tracce di sangue anche dopo un’eventuale ripulitura.
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