Emergenza automotive: scatta la mobilitazione in provincia di Perugia
Anche nella provincia di Perugia è allarme rosso per il settore automotive. “Se da una parte il Governo nazionale continua a sbandierare dati record sull’occupazione, falsati dalla precarietà – scrivono in una nota congiunta Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia, e Riccardo Coccolini, responsabile automotive per la Fiom Cgil Perugia – dall’altra stiamo assistendo nella manifattura ad una crisi senza precedenti che sempre più somiglia per conseguenze occupazionali a quella del 2008”.
Il fermo generalizzato dei mercati sta producendo blocchi della produzione in tutto il settore metalmeccanico, con il record negativo registrato di 20 mesi consecutivi di calo della produzione manifatturiera nel Paese. Ma il comparto più colpito è senza dubbio quello dell’automotive. “Il settore è attraversato da una rivoluzione importante, che riguarda la transizione dal motore tradizionale endotermico a forme di propulsione elettriche o comunque meno impattanti ed in questo quadro – spiegano Pampanelli e Coccolini – mentre altri Paesi si sono fatti trovare pronti alla sfida, l’Europa e soprattutto l’Italia pagano il prezzo di anni di mancate politiche industriali, di mancati investimenti in ricerca e sviluppo e strategie industriali poco chiare inadatte ad affrontare il contesto”. Il sindacato ricorda che il nostro paese, è passato negli anni da una produzione diretta di 1,5 milioni di autovetture, alle attuali 350mila previste nel 2024 ed il settore della componentistica, che fino a qualche tempo fa risultava essere trainante, oggi vive una crisi senza precedenti che rischia di spazzare via l’intero comparto.
“La nostra provincia è pienamente coinvolta da questi processi – continuano Pampanelli e Coccolini – soprattutto in Alta Umbria, nella zona di Umbertide, il comparto della componentistica è maggioritario ed oggi registriamo numeri preoccupanti sia sulla cassa Integrazione (letteralmente esplosa negli ultima mesi), sia sul numero di interinali ad oggi già espulsi dal ciclo produttivo. Riteniamo che non si sia fatto abbastanza per salvaguardare il settore ad ogni livello, rispetto a una crisi strutturale, che riguarda il futuro di diverse migliaia di lavoratori”.
Secondo Fiom e Cgil, le responsabilità della politica ed in particolare della Regione, sono evidenti: “Invece di favorire il processo di salvaguardia e riconversione delle aziende, prevedendo specifiche azioni – scrivono ancora i due sindacalisti – la giunta si è limitata a condividere uno sterile documento, senza impegni specifici, che ha più il sapore di una trovata elettorale che di una seria presa in carico del problema. Ad oggi, il processo di riconversione di un intero settore viene interamente scaricato sui lavoratori, come da noi denunciato e ribadito con lo sciopero dello scorso 18 ottobre. Addirittura – insistono Pampanelli e Coccolini – nel recente Def si profila un taglio delle risorse destinate al fondo a sostegno dell’Automotive assolutamente rilevante, quando nel documento prodotto in Regione, si chiedevano addirittura maggiori risorse a livello nazionale ed europeo. Una contraddizione evidente, tra la politica locale e quella nazionale, se pur dello stesso segno”.
Quello che il sindacato chiede di mettere in atto sono “percorsi fattivi” come la creazione di “agenzie per la riconversione industriale”, politiche industriali, energetiche e di salvaguardia dell’occupazione, specifiche collaborazioni con l’Università su ricerca e sviluppo tecnologico, utili a “guidare il processo”, ponendo con forza il tema anche a livello nazionale.
“Come Fiom e come Cgil – concludono Pampanelli e Coccolini – intendiamo portare avanti la nostra battaglia affinché l’auto abbia un futuro in Italia e anche nella nostra provincia e già da ora annunciamo che nel mese di novembre, metteremo in campo iniziative diverse tra cui, un presidio dei lavoratori sotto i palazzi delle istituzioni locali nella città di Umbertide, il giorno 22 novembre 2024 dalle ore 9.30 alle ore 11.30, per sensibilizzare istituzioni e cittadinanza. Nella speranza che la futura giunta regionale, a prescindere dal colore, si faccia carico pienamente del problema.