Emergenza, rifiuti, scoperto un buco di 4,5 milioni e 3500 evasori
PERUGIA – La situazione dei rifiuti a Perugia appare critica per quanto riguard ai numeri. Nel 2017, sono stati effettuati quasi 3500 accertamenti nei confronti si utenti sconosciuti alla Tari. E il buco che ne deriva, secondo quanto riportato dalla Gesenu e dal Comune ammonta a 4,5 milioni di euro. Ma al contempo si registra pure il recupero dell’evasione, almeno il cinque per cento nella zona interessata, nel piano “Abbracciamo tutta la città” che porterà la raccolta porta a porta per 42mila residenti (sono oltre 21mila le utenze domestiche e 3mila le non domestiche interessate) a Elce, Monteluce, Case Bruciate, Fontivegge, Filosofi, Settevalli, Pallotta, Madonna Alta e Ferro di Cavallo. Si parte il primo maggio, si va a regime entro ottobre e tra le novità la presenza di dieci ecoisole dove si potrà entrare sempre utilizzando il tesserino del codice fiscale. Questo significa che l’operazione sulla città compatta avrà una tracciabilità uno dei sui punti di forza. I controlli saranno garantiti da due guardie ambientali e da cinque fototrappole mobili. In strada addio ai cassonetti a parte le campane per il vetro. Cambieranno anche i colori di cassonetti e sacchi per carta e plastica. «Si tratta – hanno spiegato il vice sindaco Urbano Barelli, il presidente di Gesenu Wladimiro De Nunzio, il consigliere delegato di Gesenu Luciano Piacenti, quello di Gest Mauro Della Valle e il direttore dell’Auri Giuseppe Rossi – di una rivoluzione che vuole perfezionare l’obiettivo di raccolta differenziata imposto dalla normativa nella quale è fondamentale il ruolo svolto da ogni cittadino, sarà infatti prioritaria l’attenzione nella separazione. In più il piano permetterà un risparmio di 700mila euro». L’obiettivo è arrivare al 72,3 per cento di raccolta differenziata. Oggi il dato è molto buono in centro (77,7 per cento), buono dove è in funzione il tris (70,5 per cento), molto basso (solo 35,5 per cento) nelle zone a dove ci sono i cassonetti stradali. E quindi complessivamente il dato medio è pari al 62,3 per cento. «La raccolta della frazione organica domiciliare – ha spiegato il consigliere delegato di Gesenu, Luciano Piacenti – agevola la purezza del materiale da conferire agli impianti di trattamento sui quali abbiamo già effettuato i primi interventi di ammodernamento tecnologico». In particolare la frazione organica viene respinta se il grado di impurità supera il 15 per cento, se il valore sta sopra al 5 per cento ma sotto al 15 per cento, il conferimento costa di più. Quindi sale la bolletta. Insomma la rivoluzione green nel capoluogo umbro è ormai in atto.