Festa della nascita: Cgil e Fp Cgil Perugia, inaccettabile strumentalizzare asili nido
“Non è accettabile strumentalizzare un servizio pubblico fondamentale come quello degli asili nido comunali a fini elettorali. Riteniamo dunque inopportuno inserire la giornata conclusiva dell’aggiornamento professionalizzante per le educatrici comunali all’interno della Festa della nascita, voluta dal Comune di Perugia, proprio a poche settimane dal voto”. Ad affermarlo in una nota sono Vanda Scarpelli (Cgil Perugia) e Patrizia Mancini (Fp Cgil Perugia) che sottolineano come molte delle educatrici, dipendenti del Comune di Perugia, saranno presenti solo ed esclusivamente per la conclusione della formazione del progetto “Benvenuti genitori”.
“Gli asilo nido del Comune di Perugia sono di tutta la città e non possono sembrare, nemmeno vagamente, uno strumento di campagna elettorale – insistono Cgil e Fp – La nascita di un bambino o di una bambina è certamente una festa, ma solo se dietro c’è una scelta consapevole e libera, che va sostenuta dalle istituzioni e in primis dal Comune, non con iniziative spot o di facciata, ma rafforzando e implementando i servizi di welfare per sostenere il processo di crescita, incentivando il lavoro sicuro, stabile e dignitoso, anche attraverso protocolli con aziende che prevedano servizi e azioni a sostegno della maternità. Ancora oggi, infatti, assistiamo a troppe dimissioni ‘in bianco’ legate alle maternità, a troppe interruzioni di contratti di lavoro anche a tempo indeterminato a seguito di gravidanze”.
Gli ultimi dati dell’Agenzia Umbria Ricerche ci parlano di un consistente calo demografico nella nostra regione, con un decremento delle nascite di 168 unità nel 2023 rispetto al 2022, che porta i nuovi nati stabilmente sotto quota 5.000. “Per invertire questa tendenza – concludono Scarpelli e Mancini – non servono misure come i bonus, né tantomeno ‘feste della nascita’ e ‘lampade della vita’. Servono misure strutturali, servizi qualificati di sostegno alla genitorialità e serve innanzitutto superare la precarietà dilagante che attraversa il lavoro, in particolare delle donne”.