Gioco d’azzardo, la Regione chiama i Comuni: un marchio per locali senza slot. Barberini lo consegna ai sindaci
Sarà l’assessore regionale alla Salute, Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, a consegnare il marchio “Umbria No Slot” ai sindaci dei Comuni umbri che avranno il compito di assegnarlo ai locali in possesso dei requisiti previsti dalla legge regionale 21/2014 per la prevenzione e il contrasto della ludopatia.
L’appuntamento è in programma sabato 1 ottobre alle ore 16, all’Umbria Fiere di Bastia Umbra, nell’ambito della manifestazione “Fa’ la cosa giusta! Umbria”, la fiera degli stili di vita sostenibili, all’interno della quale è presente uno stand dell’Assessorato, dedicato ai temi della prevenzione della salute. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Anci Umbria e vedrà la presenza di numerosi Comuni, a cominciare da quelli capofila delle dodici Zone sociali in cui è diviso il territorio regionale.
“Il marchio ‘Umbria No Slot’”, promosso dalla Regione Umbria – spiega Barberini – è stato realizzato nell’ambito della campagna di comunicazione regionale per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico e consiste in una speciale vetrofania dedicata agli esercizi commerciali liberi da slot, cioè a quei locali che decidono di non installare o di rimuovere apparecchi per il gioco d’azzardo. Secondo la legge regionale 21/2014 e il disciplinare definito dalla Giunta regionale per l’attribuzione di questo logo, sono i Comuni, e in particolari i sindaci, a doverlo rilasciare agli esercizi commerciali e ai pubblici esercizi che possiedono determinati requisiti. Sempre i Comuni hanno un ruolo di vigilanza rispetto al corretto utilizzo dello stesso. Questa scelta – ha proseguito l’assessore – è stata fatta perché riteniamo che gli Enti locali, per la loro particolare prossimità con i cittadini, possano svolgere un ruolo determinate nel sensibilizzare la comunità sui gravi rischi legati al gioco d’azzardo”.
“L’idea – sottolinea l’assessore – è quella di promuovere una cultura tesa alla limitazione di un fenomeno sempre più diffuso e trasversale, che rischia di diventare patologico con conseguenze pesanti sul piano sociale e sanitario, trattandosi di una vera e propria forma di dipendenza. Si stima che in Umbria siano oltre 10mila le persone, fra 15 e 74 anni, con profilo di gioco problematico, mentre nel 2016 sono stati bruciati oltre 1,2 miliardi di euro nel gioco d’azzardo considerato lecito. In questo quadro, la Regione è in prima linea con il coinvolgimento di tutta la comunità e di tutti i territori”.