Il deputato umbro Verini vittima di lobbisti

PERUGIA – L’Onorevole Walter Verini è stato vittima di una vicenda di tentata corruzione da parte di finti lobbisti, che in realtà erano giornalisti sotto copertura, ai quali però il deputato umbro non ha dato importanza. Tutto inizia con una telefonata di un tizio che si presenta come rappresentante di una associazione che raduna i produttori di sigarette elettroniche chiedendogli un incontro che gli viene accordato. Va premesso che Walter Verini, originario di Città di Castello è stato fondatore di un coordinamento in Parlamento, di parlamentari delle zone tabacchicole. All’appuntamento Verini si presenta anche con il suo collega Davide Mattiello, che lavora con Libera e sta con lui in commissione Giustizia e Antimafia. I finti lobbisti illustrano le loro esigenze e Verini risponde affermando che il lavoro di lobbisti, di rappresentanti di interessi particolari, non ha nulla di male, se fatto in maniera trasparente e che comunque si sarebbero dovuti rivolgere ai capigruppo, audizioni a commissioni competenti e fare in modo che Confindusturia rappresenti in maniera trasparente le loro esigenze, come lo fanno con altri settori. A questo punto i due presunti lobbisti spiegano che sarebbero anche disposti a finanziare campagne elettorali, e Verini gli risponde sostenendo che qualora finanziassero una campagna di un membro del Parlamento e quello presentasse una legge a favore della sigaretta elettronica, allora potrebbero insorgere dei problemi ed essere tacciati di corruzione. E alla fine si scopre la verità. Questo episodio è accaduto circa un mese fa e solo pochi giorni ora sono il deputato Verini ha ricevuto una telefonata dalla stessa persona che si era spacciata per lobbista confessandogli che in realtà era un giornalista sotto copertura del Fatto quotidiano.

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