“La città che cura”, il documentario sull’innovativo progetto di salute pubblica al Festival L’Altra Mente di Foligno
FOLIGNO – Il documentario “La città che cura” della regista Erika Rossi, prodotto da Tico Film, vincitore della Borsa di Sviluppo Premio Solinas Documentario per il Cinema 2017 e inserito nella sezione Documentari Fuori Concorso della 30° edizione del Trieste Film Festival, arriva dal 9 maggio nelle sale italiane distribuito da Lo Scrittoio e Tico Film.
“La città che cura”, dopo aver toccato le città di Firenze e Gorizia prosegue il tour e sarà presentato a Foligno all’interno della manifestazione L’Altra Mente Festival 2019 allo spazio Zut (Corso Camillo Benso Conte di Cavour, 83/85) giovedì 17 maggio alle ore 18.30. La proiezione, in collaborazione con PerSo-Perugia Social Film Festival, sarà seguita dall’intervento della regista Erika Rossi.
Il tour proseguirà nelle città di Roma e Milano.
Lo Scrittoio e Tico Film insieme a Collana 180 delle Edizioni Alpha Beta Verlag, la regista Erika Rossi e le autrici del libro, hanno infatti deciso di dare vita ad un progetto sinergico di diffusione de “La città che cura” che travalichi la semplice distribuzione cinematografica, cercando di creare momenti di approfondimento e discussione attorno ad un tema imprescindibile e socialmente sensibile.
Il documentario prende spunto da un progetto di salute sul territorio di eredità basagliana in una periferia come tante, quella del quartiere di Ponziana a Trieste, in cui la solitudine e le difficoltà rendono la vita degli abitanti sempre più difficile. Attraverso le vite di Plinio, un anziano pianista ipocondriaco che non vuole più uscire di casa, di Roberto che affronta la fatica di vivere dopo un grave ictus, di Maurizio che paga lo scotto di una vita di eccessi, ci si accosta all’innovativo progetto di salute pubblica presente nel quartiere secondo cui “curare” significa creare relazioni, conoscere le persone e i loro bisogni, stare insieme e condividere i problemi di ogni giorno: così si aprono nuove opportunità, nuovi scenari di vita in cui mettersi nuovamente in gioco. Il ritmo delle vite di ciascuno dei protagonisti, scandisce poeticamente il documentario che non arretra di fronte al dovere di un fare cinema che è anche denuncia e testimonianza. Restituendo così ai “pazienti” e agli “operatori” autenticità e valore, e allo spettatore la speranza nella consapevolezza che nessuno deve restare solo ed esiste una via perché ciò accada.
Il film deve il suggestivo titolo al libro “La città che cura. Microaree e periferie della salute” (Collana 180 Edizioni Alphabeta Verlag, 2018) a cura di Giovanna Gallio e Maria Grazia Cogliati Dezza, che racconta un progetto di salute pubblica che non ha eguali in tutta Europa. Ciò che infatti si mette in pratica da dieci anni nella città di Trieste, implica una nuova visione del mondo, un’attitudine, un modo di essere, che accomunano tutti coloro che sono parte attiva del progetto: qui si affronta un nodo centrale del ‘fare salute’, la formazione di operatori e tecnici capaci di mettersi in discussione e di riportare l’attenzione sulle vite delle persone, senza vederle solo attraverso la lente della malattia. Il fatto che la salute delle persone passi attraverso il loro benessere emotivo e relazionale è un concetto tanto semplice e intuitivo, quanto innovativo e rivoluzionario nelle sue implicazioni.
ERIKA ROSSI Nata a Trieste nel 1974, si trasferisce a Milano dove si specializza presso l’Alta Scuola di Ideazione e Produzione audiovisiva dell’Università Cattolica. Negli ultimi dieci anni ha raccontato storie provenienti dal suo territorio, collaborando con diverse realtà indipendenti del Friuli Venezia Giulia e affermandosi come autrice a livello internazionale. È due volte finalista del Premio Solinas documentario per il cinema e i suoi progetti sono selezionati a Eurodoc e Archidoc, programmi di formazione europea. Nel 2012 dirige e produce Trieste racconta Basaglia, vincitore al Trieste Film Festival, menzione speciale al festival Lo Spiraglio di Roma. Nel 2014 Il viaggio di Marco Cavallo viene presentato al Torino Film Festival e ottiene il Premio Franco Rossano come miglior documentario a tema sociale. Tutte le anime del mio corpo (Italia-Slovenia 2017) è stato presentato in in concorso a Visions du Rèel 2017; vincitore del Premio della Critica SNCCI al Cinepalium Festival e del Miglior Montaggio al Golden Tree International Film Festival di Francoforte. Nel 2018 è una dei registi selezionati alla Berlinale Talent Campus.
TICO FILM è una società di produzione indipendente fondata nel 2005 da padre e figlia Gino e Sarah Pennacchi, entrambi con esperienza nell’asset management internazionale. Ad oggi la Tico ha prodotto 10 film, collaborando con aziende come la RAI, Indigo Film, Gruppo L’Espresso e accedendo a finanziamenti Europei, Film Commission, coproduzioni, Mibac e Tax Credit Imaie di Banca Generali. La Tico sviluppa film e documentari creativi per il mercato nazionale ed internazionale, spesso su temi d’impatto sociale e con un particolare interesse al Cinema del Reale. Scegliamo con cura ogni progetto, ci dedichiamo, assieme ai nostri collaboratori, a tutte le varie fasi fino alla realizzazione del film, affiancando e lavorando a stretto contatto con il team creativo. Alcuni nostri titoli: “La vera leggenda di Tony Vilar” di Giuseppe Gagliardi (2006 Roma FF e Tribeca), “In viaggio sul Po con Paolo Rumiz” di Alessandro Scillitani (2012 Giornate degli Autori Festival di Venezia), “Slow Food Story” di Stefano Sardo (in co-produzione con Indigo, 2013 Berlinale kulinarisches kino), “Babylon Sisters” di Gigi Roccati (2017 Festival di Roma, BFI Indian Film Festival London). Nel 2014 ha aperto a Londra Tico Media. Sarah Pennacchi è membro di EAVE (EAVE producers workshop 2019 / EAVE Marketing workshop 2019); EWA European Women’s Audiovisual Network; AGICI; ALA (Parte del Direttivo dell’Associazione Lavoratori Audiovisivo Friuli Venezia Giulia)
LO SCRITTOIO Società di promozione e distribuzione attiva da anni nell’ambito del cinema d’autore indipendente, con un’attenzione particolare alla qualità dei film trattati. Lo Scrittoio ha sostenuto molte opere prime e seconde, che hanno ricevuto riconoscimenti importanti nei principali festival internazionali, e film di autori di primissimo piano sulla scena cinematografica nazionale e internazionale. Tra i titoli trattati Tagliare le parti in grigio di Vittorio Rifranti (2007) – Pardo come Migliore opera prima al 60° Festival di Locarno (2007), Nightwatching di Peter Greenaway (2007) – 64° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Poesia che mi guardi di Marina Spada (2009) – Giornate degli Autori della 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo e Guido Gabrielli (2012) – Premio speciale della giuria al 30° Torino Film Festival, Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway (2012) – Festival Internazionale del Film di Roma, Se chiudo gli occhi, non sono più qui di Vittorio Moroni (2013) – presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Alice nella città, L’universale di Federico Micali, piccolo cult toscano presentato in anteprima al Bari International Film Festival 2016, 7 Giorni di Rolando Colla (2017), co-distribuito con Solaria Film e Movimento Film, Babylon Sisters di Gigi Roccati, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2016, L’assoluto presente di Fabio Martina, presentato al Piccolo Grande Cinema di Milano nel 2017, La Fuga di Sandra Vannucchi presentato al Giffoni Film Festival 2017 e Karenina & I di Tommaso Mottola presentato al Trieste Film Festival 2018 distribuito in modo ibrido tra i cinema e i teatri e tutt’ora in sala. Per tutti i titoli l’attività distributiva è sempre accompagnata da precise e attente strategie di promozione, comunicazione e ufficio stampa.