La sindaca Ferdinandi ha partecipato alla commemorazione della strage di Bologna
“Sono passati 44 anni dall’atto terroristico più efferato dalla fine della Seconda guerra mondiale in Italia. ‘Bologna non dimentica’, si legge nel grande striscione che campeggia oggi sul palazzo comunale del capoluogo emiliano. E sono stata a Bologna oggi, come sindaca del Comune di Perugia, per ribadire ancora una volta che anche Perugia non dimentica”. E’ quanto ha dichiarato la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, a margine della tradizionale commemorazione della strage di Bologna. Presenti anche agenti della polizia locale con il Gonfalone della città e Andrea Ferroni dello staff della sindaca.
La prima cittadina ha spiegato di aver preso parte alla manifestazione ritenendo “doveroso onorare in prima persona un momento di profonda riflessione e commemorazione, un atto collettivo in cui uniamo le nostre voci per dire mai più”.
“Questa mattina – ha ricordato Ferdinandi – il presidente Mattarella ha parlato di ‘una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni’. Le ferite provocate dalla violenza dell’altro non passano, piuttosto scavano, erodono, bruciano, lasciano tracce nella memoria. Il processo di cicatrizzazione non si compie mai definitivamente. E allora per onorare questa ferita serve l’unico balsamo in grado di dare un po’ di sollievo che è la verità”.
Ferdinandi ha incontrato Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari vittime: “Ha ricordato a tutti noi che ‘arrivare agli ispiratori politici è oggi un obiettivo più vicino. Sappiamo la verità e abbiamo le prove’. La memoria – ha aggiunto la sindaca – non è soltanto un dovere, ma è l’espressione consapevole e orgogliosa di quella cittadinanza che la violenza terroristica voleva colpire e abbattere”. Per questo, partecipare alla commemorazione della strage serve a “dimostrare che le bombe non hanno fermato l’affermazione dei valori democratici della nostra costituzione antifascista, oltre che a onorare il sacrificio delle vittime. Un sacrifico che ha falcidiato le vite di 85 persone e delle loro famiglie, tra cui quella del giovane umbro Sergio Secci, studente del Dams, morto a 24 anni sotto le macerie. A lui va il nostro pensiero più caro. Anche per lui ci impegneremo ogni giorno per la verità e per la democrazia. Contro ogni tipo di violenza. Ho avuto modo di salutare il sindaco Matteo Lepore. Ci siamo lasciati con la promessa di essere sempre gli uni accanto agli altri come rappresentanti delle nostre città per trasformare i nostri dolori collettivi in ferite dorate”.