Le imprese umbre e la crescita dimensionale, iniziativa di Confindustria e Banca Mediolanum
“Guardando verso il futuro: vincere le nuove sfide attraverso la crescita dimensionale”. Di questo si è parlato nel corso di un’iniziativa, che si è tenuta giovedì 20 ottobre presso la sede di Confindustria in via Palermo a Perugia, organizzata dall’ufficio dei Consulenti Finanziari di Perugia di Banca Mediolanum, guidato da Francesco Tei (Senior Manager), in collaborazione con Confindustria Umbria, grazie al supporto di Carlo Pacifici, Consigliere delegato a credito e finanza di Confindustria Umbria.
E’ stato un incontro molto partecipato – moderato da Luca Ferrucci, docente di Economia e Gestione delle imprese all’Università degli studi di Perugia – dove è emersa la necessità da parte delle imprese umbre di condividere, di confrontarsi, di porsi un obiettivo di crescita intesa, inteso sia in senso quantitativo che qualitativo, per restare competitive in un mercato sempre più difficile. Tra gli esempi di aziende che hanno deciso di intraprendere questo percorso c’è Liomatic Spa, ora in business combination come partecipata di IVS Group, azienda leader del settore in Italia e seconda a livello europeo. Tra i relatori Carlo Pacifici, consigliere delegato a credito e finanza di Confindustria Umbria, Diego Selva, direttore Investment Banking di Banca Mediolanum, Paolo Caporali, fondatore Liomatic Spa e vice presidente IVS Group, Ilaria Caporali, amministratore delegato Liomatic Spa.
Diego Selva, Direttore Investment di Banking Banca Mediolanum: «La “tempesta perfetta” generata dall’effetto combinato di pandemia, crisi energetica, tensioni geo politiche ha imposto a tutte le aziende un ripensamento radicale del proprio modello di business per adattarsi allo scenario di “nuovo normale”, i cui contorni sono ancora molto incerti e con effetti destinati ad essere duraturi. Per affrontare al meglio questa sfida le aziende devono necessariamente diventare sempre più grandi e interconnesse con l’ecosistema in cui operano, e per fare questo avranno sempre più bisogno di ricorrere a strumenti ed operazioni sul capitale di natura straordinaria, che portino ad aggregazioni all’interno dello stesso settore, superando i tradizionali campanilismi dell’imprenditoria italiana. La storia di Liomatic è un esempio di percorso virtuoso e lungimirante in tal senso. Come Banca Mediolanum, anche in Umbria attraverso la Direzione Investment Banking e in sinergia con i nostri Family Banker sul territorio, coordinati da Francesco Tei, siamo costantemente impegnati nello stimolare e supportare ove necessario con la nostra attività di advisory le aziende familiari in questi delicati momenti di transizione».
Ilaria Caporali, amministratore delegato Liomatic Spa: «Liomatic opera nel settore della distribuzione automatica da ben 50 anni e si è trovata a dover ragionare, come tutte le aziende, su quali prospettive e strade intraprendere per continuare a crescere nel settore di riferimento. La pandemia ha velocizzato questi processi decisionali e ci siamo così aggregati a IVS Group, la prima azienda del nostro settore, che oggi occupa complessivamente quasi 4mila dipendenti in Italia, Francia e Spagna e consolida quasi mezzo miliardo di fatturato. Liomatic è in questa business combination come partecipata di IVS, ma allo stesso tempo mantiene la sua presenza nell’azionariato attraverso la capogruppo della società, di cui ora la famiglia Caporali è socia. Per questa nuova realtà che si è costituita vedo delle prospettive di crescita non solo dimensionali, ma soprattutto dal punto di vista dell’innovazione e del conseguimento di risultati importanti in termini di sostenibilità aziendale e sviluppo commerciale. La crescita dimensionale conta perché si possono ottenere delle economie di scala oltre che la velocizzazione di processi di innovazione e cambiamento, che sono imperativi in un settore come quello della distribuzione automatica così come, ormai, in tutti i settori».
Carlo Pacifici, Consigliere delegato a credito e finanza di Confindustria Umbria: «Il tema della crescita dimensionale è fondamentale per le nostre imprese. In un contesto economico globale la necessità di sfruttare economie di scala, la rapidità e la complessità del progresso tecnologico, rendono inevitabile per le imprese porsi un obiettivo di crescita intesa sia in senso quantitativo che qualitativo. Crescere significa rimanere competitivi in un mercato sempre più difficile e in trasformazione, significa disporre di adeguate competenze e risorse, sia umane che finanziarie, significa innovare, organizzare l’azienda costantemente attraverso processi che ne facilitano il cambiamento nel tempo e l’adattamento al mercato».
Luca Ferrucci, docente di Economia e Gestione delle imprese all’Università degli studi di Perugia: «In Italia non ci sono le opportunità che le piccole imprese trovano altrove come negli Stati Uniti, in Germania o in Francia. Però esiste anche una dimensione culturale della nostra imprenditorialità che qualche volta predilige il nanismo rispetto alla crescita. E questo perché la crescita comporta cambiamenti a partire da una cultura organizzativa fino al fabbisogno di risorse finanziarie. Sul piano della cultura organizzativa significa accettare l’idea di passare da una persona che decide ad un processo decisionale collettivo che riguarda evidentemente una molteplicità di altri soci dell’impresa. L’altro aspetto è quello relativo alle deleghe decisionali, vale a dire che in un’impresa più grande è necessario fare affidamento su una cultura di management, su dei veri e propri esecutive manager nell’ambito dell’organizzazione dell’impresa stessa. A questi dobbiamo aggiungere il reperimento di risorse finanziarie che non possono essere fatte a debito. Una crescita dell’impresa fatta unicamente a debito costituisce la precondizione del dissesto dell’impresa. Deve essere fatta con l’apporto di nuovi capitali di rischio freschi. Da questo punto di vista oggi in Italia ci sono banche innovative come Mediolanum che offrono una pluralità di strumenti per la crescita capace di soddisfare l’esigenza di reperimento di nuove risorse finanziarie di rischio. E’ quindi una prospettiva necessaria per innalzare il livello di competitività delle nostre imprese che spesso sanno fare bene il loro mestiere ma la sfida della crescita in molti casi non l’hanno accettata fino in fondo».