L’ospedale di Terni all’avanguardia nella lotta alle infezioni

TERNI –  Con un elaborato che spiega l’attuazione del programma di Antimicrobial Stewardship nelle  unità di terapia Intensiva, la dottoressa Beatrice Tiri, infettivologa e borsista presso la struttura di Stewardship Antimicrobica dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni coordinata  dal dott. Stefano Cappanera, si è aggiudicata il primo premio nell’ambito del concorso promosso da Pfizer in infettivologia per medici specializzandi e specialisti in malattie infettive, microbiologia e virologia, chirurgia generale e toracica, medicina interna e anestesia e rianimazione di età inferiore ai 45 anni.

La presentazione dell’elaborato – spiega la dott.ssa Beatrice Tiri, che ha ritirato il premio lo scorso 23 ottobre  a Roma nel corso dell’evento conclusivo SHARE- Sharing Hospital Anti-Infective Real-Life Experiences – è riferito soltanto ad una parte di attività del programma di Antimicrobial Stewardship del Santa Maria  di Terni ed ha riscosso notevole interesse e curiosità in quanto la lotta all’antibiotico resistenza e la necessità di migliorare l’appropriatezza della terapia antibiotica, obiettivi dei programmi di Antimicrobial Stewardship, rappresentano due temi attualissimi anche alla luce dell’allarme lanciato dall’OMS e del Piano nazionale di contrasto dell’antibiotico resistenza (PNCAR) voluto dal Ministero della Salute.  In questo ambito l’Azienda ospedaliera di Terni è all’avanguardia: infatti, il programma di sorveglianza e gestione antimicrobica messo in campo dal 2016 e coordinato all’ospedale di Terni dal dottor Stefano Cappanera,  in meno di due anni aveva già raggiunto e superato di gran lunga gli obiettivi fissati dal Ministero per il 2020.

Al 31/12/2018 a Terni si registrava infatti una riduzione del consumo di tutti gli antibiotici dell’8% in tutta l’azienda (contro un obiettivo nazionale fissato nel 5 percento) e una riduzione del 15.7 per cento dei fluorochinoloni (contro l’obiettivo ministeriale fissato al 10 percento); l’aumento del consumo del gel idroalcolico per il lavaggio delle mani del 402.4 per cento ed un risparmio economico riferito solo al consumo degli antibiotici di circa 400.000 euro.  “Ma addirittura migliori – spiega la dottoressa Tiri – sono i risultati nelle Unità di Terapia Intensiva, dove l’attuazione del nostro modello di Antimicrobial Stewardship con giro-visita quotidiano ha determinato una riduzione del consumo pari al 24.5 percento di tutti gli antibiotici e al 48 percento  dei fluorochinoloni”.