L’Umbria invecchia con 30mila anziani lasciati in solitudine
PERUGIA – L’Umbria invecchia e i numeri crescono. Secondo uno studio realizzato da Ires Cgil dell’Umbria e in linea con le recenti dinamiche demografiche regionali analizzate dall’Istat, la società umbra sta vivendo una fase di progressivo invecchiamento della popolazione con un’aspettativa di vita che per le femmine arriva a 85,4 anni, mentre per gli uomini si attesta a 81,3, contro una media nazionale che vede i due indicatori rispettivamente pari a 80,6 e 84,9. «Questo dato positivo su un aspettativa di vita più lunga in Umbria – osserva Mario Bravi, presidente regionale Ires Cgil Umbria – su un altro versante si trasforma in un elemento di grande criticità, con un indice di vecchiaia che nella nostra regione sale a quota 195,1 mentre in Italia si colloca a 165,3». Modificata quindi la struttura della popolazione umbra che nel 12,8 per cento ha tra O e 14 anni (in Italia il 13,5 per cento), il 62,1 per cento tra i 15 e i 64 anni (64,3 per cento), e il 25,2 per cento oltre i 65 anni (22,3 per cento). Altro dato da evidenziare è che su una popolazione complessiva di circa 900mila abitanti, ci sarebbero 66 mila vedovi residenti in Umbria a fine dicembre, l’84%, vale a dire oltre 55mila persone sono donne. Nello specifico, al 31 dicembre 2017, il 44 per cento delle over 65 è vedova (42 per cento in Italia), dato che scende all’11 per cento circa tra gli over 65 (dato simile a quello nazionale). «Questi dati – spiega il presidente dell’Ires Cgil dell’Umbria – dovrebbero far riflettere sull’esigenza improcrastinabile di modificare profondamente le politiche economiche e sociali». E come se questo dato non fosse già preoccupante si rileva pure che ci sarebbero 30mila anziani che vivono da soli.