Marsciano, l’odissea degli ex lavoratori della Presystem continua

MARSCIANO –  La CGIL di Perugia denuncia pubblicamente i ritardi e le incomprensibili lungaggini burocratiche che gli ex lavoratori della Presystem di Marsciano sono costretti a subire per vedere riconosciuti i loro diritti.Stiamo parlando di una ventina di lavoratori che nel gennaio 2017 hanno perso il posto di lavoro avendo l’azienda cessato ogni attività. Da allora gli ex dipendenti sono rimasti creditori insoddisfatti, vantando nei confronti dell’ex datore di lavoro il pagamento di varie mensilità arretrate e del Tfr, tant’è che, dopo inutili tentativi bonari, si sono visti costretti, nel luglio 2017, a presentare istanza di fallimento, attraverso l’ufficio vertenze della CGIL di Marsciano, per il tramite dell’Avv. Augusto Battisti, davanti al Tribunale di Spoleto.

Fissata l’udienza prefallimentare del 2 novembre 2017, l’azienda ad agosto 2017 richiedeva l’ammissione al concordato preventivo.

All’udienza del 2 novembre 2017, il giudice riservava la decisione sull’istanza di fallimento presentata dai lavoratori.

Da quel momento non si hanno più notizie!

“Questa situazione di incertezza è inaccettabile –  dicono Mauro Moriconi, responsabile di zona della Media Valle del Tevere e Rossano Rubicondi, dell’Ufficio vertenze di Marsciano – e non può essere più tollerata, considerato che si tratta di persone e famiglie, che avendo perso il lavoro, versano in condizioni di necessità ed hanno quindi l’esigenza di recuperare quanto prima le loro spettanze retributive. Perché c’è questa lunga situazione di “stallo”? Si tratta, a nostro parere, dell’ennesima prova del cattivo funzionamento della giustizia italiana, le cui conseguenze ricadono sempre sui soggetti più deboli. Tale situazione si è ulteriormente aggravata con l’attuazione della riforma della geografia giudiziaria, in forza della quale sono stati soppressi, anche in Umbria, numerosi uffici giudiziari. E, come se non bastasse, i cittadini di tutta la Media Valle del Tevere debbono rivolgersi al Tribunale di Spoleto (anziché a quello di Perugia), ove i loro territori sono stati “innaturalmente” accorpati.  Ulteriore complicazione è rappresentata dalla carenza di organico che affligge il Tribunale di Spoleto che per le procedure fallimentari dispone soltanto di un giudice che non riesce, da solo, a far fronte alla mole di lavoro in tempi adeguati. Fummo facili profeti quando come CGIL sostenemmo che la riforma della geografia giudiziaria che prevedeva per l’Umbria la soppressione del Tribunale di Orvieto e delle cinque sedi distaccate del Tribunale di Perugia (Città di Castello, Assisi, Foligno, Gubbio e Todi) avrebbe gettato la Giustizia nel caos organizzativo. Ci opponemmo a quel riassetto della Giustizia proposto dal governo, perché per fare una riforma vera non basta chiudere i tribunali, ma serve un disegno organico che tenga insieme modernizzazione del sistema e valorizzazione delle professionalità del personale giudiziario, cosa che oggi riteniamo non più rinviabile per dare ai cittadini risposte in tempi ragionevoli.
Al Tribunale di Spoleto Sezione Fallimentare, dunque rivolgiamo un appello affinché definisca la procedura pre fallimentare, per non vedere pregiudicate oltre le legittime attese dei lavoratori che rappresentiamo”.

 

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