Pd, Guasticchi: “Meno correntismi rissosi”
PERUGIA – “Un centrosinistra che dovrà rilanciare un nuovo progetto per l’Umbria e gli umbri. La recente pesante sconfitta delle amministrative, preceduta dalla cocente sconfitta di un anno fa, ci ha consegnato un quadro politico-istituzionale impensabile. Una regione ben gestita a livello amministrativo, i cui parametri valutativi ripresi dai più accreditati quotidiani nazionali la posizionano ai vertici delle regioni italiane, ma che nel sentire comune segue il vento leghista di un improbabile nuovo corso. In questa situazione il Pd umbro dovrebbe impegnarsi a cercare elementi che lo uniscano e non soltanto aprire continui scenari di guerra civile a macchia di leopardo che indeboliscono un quadro già abbastanza critico. Voglio rivolgere un appello ai falchi e agli epuratori: oggi in ballo non c’è una guerra generazionale e tantomeno una resa dei conti postcongressuale, ma c’è soltanto la necessità di bloccare un’emorragia di consensi generata prevalentemente dalla mancanza di un progetto innovativo per l’Umbria”. È quanto dichiarato da Marco Vinicio Guasticchi, vicepresidente dell’Assemblea regionale e membro della direzione del Pd. “Al popolo di centrosinistra – prosegue Guasticchi – non importa se uno è giovane o meno giovane, basta che si mettano in campo amministratori capaci di amministrare e di proporre progetti che facciano sperare in un futuro migliore per la nostra gente. In mancanza di questo, chi votava Pd dà un voto di protesta o peggio ancora non si reca alle urne. Quindi ricominciamo a ‘sognare’, diamo un motivo ai nostri ex sostenitori di vedere in noi dei rinnovatori soprattutto di idee e di proposte che consentano alla nostra regione di rimanere ai vertici qualitativi nel nostro paese, limitando lo spazio di movimento a tutti coloro che in un momento come questo lavorano per dividere o per consumare piccole e incomprensibili vendette personali”. “Quindi – conclude Guasticchi – meno correntismi rissosi e più aree politico culturali aperte all’esterno che si ritrovano su un terreno comune che si chiama Pd. In questo facciamo autocritica e cerchiamo di cambiare. Più testa rivolta alla società meno alle beghe interne che non interessano più nessuno”.