Perugia, inaugurata la Loggia di Ponente del Palazzo della Provincia dopo i restauri
PERUGIA – Si è arricchita di simboli storici e legati all’attualità l’inaugurazione della Loggia di Ponente dopo i restauri finanziati per 60mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia sempre sensibile e attenta alla valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale del territorio sul quale opera con grande impegno anche sul fronte del sociale oggi più che mai bisognoso di attenzione. Lo ha detto Fabrizio Stazipresente alla cerimonia su delega del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Giampiero Banconidel quale ha portato i saluti. Stazi ha aggiunto che il residuo sul finanziamento erogato permetterà di proseguire nel recupero della Loggia con interventi sul pavimenti e altre parti residue. Il neo Presidente della Provincia e sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchettaha ringraziato la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e la soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Marica Mercalliper la cura con la quale da sempre segue il recupero dell’ingente patrimonio storico-artistico di cui sono ricche le città dell’Umbria. Bacchetta ha anche auspicato che la riapertura della Loggia di Ponente rappresenti anche l’inizio della rinascita delle Province in ruolo e dignità, un ente che negli ultimi anni è stato ingiustamente bistrattato. L’iniziativa è stata coordinata dal dirigente del settore amministrativo della Provincia di Perugia, dottor Danilo Montaganoche ha effettuato un excursus storico dalla costruzione del Palazzo della Provincia avvenuto nel 1873 su progetto dell’architetto Alessandro Arienti. La dottoressa Mercalli ha spiegato come il Palazzo della Provincia segni l’inizio dello Stato unitario e di come la Loggia di Ponente, la cui decorazione originaria è attribuita al Tassi abbia subito sin da subito ingenti danni a causa degli agenti atmosferici essendo aperta e sottostante ad un terrazzo. “Già dal 1915 – ha aggiunto la Soprintendente – fu oggetto di totale rifacimento che azzerò le precedenti decorazioni. Si è quindi deciso di mantenere il decoro del 1915 lasciando soltanto alcune testimonianze precedenti tra cui circa due metri quadrati del ‘giardino d’inverno’ ”. Il dettaglio del lavoro eseguito è stato illustrato dallo storico dell’arte Giovanni Luca De Loguche ha evidenziato l’importanza del Palazzo della Provincia nato dalle rovine della Rocca Paolina simbolo dello stato pontificio. De Logu ha auspicato che si possa procedere anche al restauro del Grifo originario conservato nei depositi della Provincia la cui copia, sottoposta alle intemperie, campeggia sulla sommità del Palazzo. Prezioso per comprendere a fondo la cura e l’attenzione rivolta questo restauro è stato infine l’intervento di Nicola Panichi la cui ditta ha curato il restauro delle decorazioni.
In sostanza l’opera realizzata si segnala per la completezza e per l’estremo livello di accuratezza tecnica e professionale ai quali si è ispirato.
Due risultati preme qui evidenziare: con la pulitura è stato ripristinato il colore originale dipinto nel 1915 in stile Liberty, che ripropone il lavoro di Polidori e Giancarli come uno dei primissimi esempi di circolazione a Perugia del nuovo stile floreale; da alcuni tasselli aperti in varie parti delle pareti sono emersi i “fotogrammi” della decorazione tardo ottocentesca fino ad ora mai visti. A questi esiti fondamentali dei lavori di restauro si sono aggiunti gli importantissimi interventi di reintegrazione pittorica delle lacune di soffitti e pareti; le operazioni di tinteggio a nuovo delle pareti; la riverniciatura della ghiera metallica e dei colonnini portanti che sostengono la grande vetrata; la restituzione della cromia originaria ai sei arconi delle pareti; la ripresentazione estetica della balaustra ed il ripristino del pavimento originario realizzato in graniglia colorata con la tecnica del “battuto alla veneziana”.
Infine, è stato riportato alla luce, ritoccato e lasciato bene in vista, un settore, di circa 2 metri quadri, della originaria decorazione parietale simulante il “giardino d’inverno”, dal quale si può constatare che le decorazioni ottocentesche attribuibili a Tassi o alla sua bottega, ricoprivano completamente, con grande effetto scenografico, tutte le superfici piane della Loggia.
Un evento che ha richiamato un folto pubblico a testimonianza che la Provincia resta con il suo Palazzo condiviso con la Prefettura uno dei simboli più rappresentativi delle pubbliche istituzioni del territorio.