Perugia, “No Drug”: concluso il progetto scuole e strade sicure della polizia locale
Si è concluso con l’evento finale, andato in scena nella sala dei Notari di palazzo dei Priori, il progetto “No drug, scuole e strade sicure”, realizzato dal Comando della polizia locale di Perugia. Il programma è consistito in una campagna informativa e divulgativa rivolta alle scuole con corsi sulla legalità da parte degli agenti di polizia locale, in un’attività di prevenzione mediante vigilanza all’esterno degli istituti scolastici, in un’attività di controllo per contrasto alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti
Il progetto informativo, in particolare, era rivolto alle classi terze delle scuole secondarie di secondo grado per un totale di 30 corsi pari a 60 ore di formazione. Mille gli opuscoli distribuiti.
L’attività di prevenzione ha fatto registrare 600 servizi da un’ora per pattuglie da due unità per un totale di 1200 ore di servizio.
L’attività di controllo si è concretizzata, infine, in 20 specifici servizi con circa 100 utenti controllati.
All’incontro conclusivo in sala dei Notari, alla presenza delle scolaresche, hanno partecipato la comandante della polizia locale Nicoletto Caponi, la vice comandante Antonella Vitali, il vice sindaco ed assessore alle politiche giovanili Gianluca Tuteri, l’assessore alla sicurezza Luca Merli, il dott. Matteo Maiorano psicologo e referente per l’Umbria per la comunità di San Patrignano.
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A relazionare sul tema “droga e cervello: piacere, dipendenza, danni ed un pizzico di Epicuro” è stato il vice sindaco, nonché pediatra Gianluca Tuteri.
Tuteri ha esordito spiegando che, dal punto di vista strettamente neurobiologico, non esistono differenze tra droghe leggere e pesanti poiché tutte utilizzano gli stessi meccanismi neurali e stimolano il piacere, almeno nella fase iniziale. Ovviamente l’impatto delle droghe cambia con l’età, determinando danni più gravi per i giovani.
Le sostanze d’abuso, compresa la nicotina, interagiscono, con il circuito del piacere, determinando la cosiddetta “addiction” o dipendenza, dal latino abducere, letteralmente rendere schiavi. L’addiction è una forma di schiavitù alla quale il soggetto va incontro per cui la sostanza d’abuso diventa centrale per quanto riguarda la propria esistenza: pertanto il problema di quell’individuo è che vivrà la propria esistenza esclusivamente nella ricerca della sostanza d’abuso, dimenticando tutti gli altri “gratificanti naturali”, ossia cibo, acqua, sesso, successo, socializzazione, cura degli altri (in primis dei propri figli).
Il vice sindaco ha precisato che, con tempi diversi da individuo ad individuo, tutte le sostanze d’abuso portano da un utilizzo saltuario ad un utilizzo continuativo; quando si crea la dipendenza, poi, diventa difficile uscire dal circuito, mentre è molto facile ricaderci dentro.
La ricerca del piacere – ha continuato Tuteri – è insita nell’uomo. L’aveva capito già Epicuro secondo cui “il piacere è fondamentale nella vita di un individuo ma va ricercato e perseguito con moderazione”. Ciò lo si fa rimanendo nel circuito motivazionale da cui, invece, i tossicodipendenti di fatto sono usciti.
Dunque un cervello di un drogato diventa il cervello di una persona che non trova più piacere in altro se non nella sostanza, dimenticandosi i piaceri ordinari con effetti deleteri per il fisico e la socialità. Eppure il piacere determinato inizialmente dalle droghe è poi destinato a finire: le sostanze, infatti, non incidono solo sull’area del piacere, ma su tutto il cervello determinando, come confermano studi scientifici effettuati, danni devastanti ed irreparabili su intere aree del cervello che, di fatto, si spengono. Eppure il drogato, nonostante ciò, continua nella ricerca spasmodica della sostanza, perché ormai è irreversibilmente dipendente, schiavo.
Perché nel tempo l’effetto di piacere conseguente all’abuso di sostanze crolla? Perché le droghe “spremono” dal cervello la dopamina e senza dopamina si vive male.
Tema delle droghe cosiddette “leggere”.
Le droghe leggere, ha spiegato Tuteri, non differiscono da quelle pesanti visto che agiscono anch’esse sul centro del piacere, con gli effetti prima descritti provocando danni a tante aree del cervello. Addirittura è un dato di fatto che l’uso precoce di marijuana ha delle conseguenze a lungo termine sulle capacità cognitive con un raddoppio del rischio di sviluppare disordini psicotici. Anche una sola canna fa male perché l’assunzione, pur se occasionale, di una tale sostanza nella fase adolescenziale (quando per intendersi il cervello si forma) produce un aumento della corteccia cerebrale che è associata a disturbi dell’emotività e del comportamento. Altro principio ormai assodato è che il consumo di droghe leggere favorisce la strada verso l’abuso di sostanze più pesanti.
Ulteriore sostanza deleteria è l’ecstasy perché è capace di produrre dei danni diretti neurotossici al sistema nervoso, favorendo malattie come il parkinson visto che incide sulla degenerazione dei neuroni.
A fine intervento il vice sindaco ha rivolto un appello/invito, quindi, ai ragazzi ad essere moderati in tutti i sensi anche nell’utilizzazione dei gratificanti naturali che, comunque, sono sufficienti per dire che la vita vale la pena di essere vissuta da uomini liberi senza precipitare nel vortice della dipendenza da droghe.
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L’assessore alla sicurezza Luca Merli, ringraziando il collega Tuteri per la dettagliata relazione sugli effetti dell’uso di droghe dal punto di vista sanitario, ha ulteriormente rimarcato che l’abuso delle sostanze è in grado di rovinare la vita delle persone, e dei giovani in particolare, anche sotto altri punti di vista. Prima o poi, infatti, vi è il rischio concreto di incappare nei controlli di polizia, sempre crescenti in città, subendo segnalazioni, denunce o conseguenze giudiziarie di vario genere (ad. esempio perdita della patente) che finiscono per condizionare l’esistenza. Dunque il consumatore di droghe è sempre e comunque uno “sfigato”.
“Dobbiamo capire tutti che drogarsi significa rovinarsi la vita, con condizionamenti pesanti sotto il profilo legale che pregiudicano la quotidianità delle persone destinare dalla società ad essere messe in disparte. Sommando tutto ciò ai danni fisici, e neurologici in particolare, che le sostanze determinano emerge con chiarezza quanto sia devastante precipitare nel tunnel della dipendenza che rappresenta sempre e comunque un grave errore”.
Merli ha quindi rivolto un invito ai ragazzi presenti a godersi la vita perché i giovani hanno tutta l’esistenza davanti.
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In chiusura dei lavori sono stati assegnati alle scuole i premi previsti dal progetto
Per ciò che riguarda i premi singoli l’elaborato consisteva in un comunicato stampa riguardante il fenomeno della tossicodipendenza e le lezioni tenute dagli agenti della polizia locale.
Primo classificato (1300 euro per acquisto materiale tecnologico) Ciampi Elisa- Riccio Marta-Ramadani Elisa classe terza Arim dell’istituto Capitini;
secondo classificato: Boccini Marco e Mariucci Eugenio (1100 euro per acquisto materiale tecnologico) classe terza b2 istituto superiore Cavour-Marconi-Pascal
terzo classificato Almachi Guillermo Saimon Samuele (100 euro acquisto materiale tecnologico) classe terza t2 dell’ist. Cavour-Marconi-Pascal.
Premi collettivi: sono stati consegnati alle rispettive scuole inoltre premi in buoni acquisto di 1200 euro ciascuno.