TERNI – Nonostante le rassicurazioni dei vertici della Regione Umbria sul nuovo Piano Sanitario 2019-2021 preadottato dalla giunta regionale e presentato pochi giorni fa a Villa Umbra il M5s esprime grande preoccupazione per quello che a tutti gli effetti sembra svelare un ulteriore depotenziamento del nosocomio ternano.
“Il documento di programmazione sanitaria infatti fa ancora riferimento agli “accorpamenti dell’alta specialità”, fiore all’occhiello dell’ospedale ternano, unitamente ad una “forte integrazione tra le Aziende Ospedaliere” e “differenziazione degli interventi chirurgici”. Parole che calate nella nostra realtà – spiegano il consigliere comunale Claudio Fiorelli e i consiglieri regionali Liberati e Carbonari – appaiono come una minaccia soprattutto se tali accorpamenti saranno effettuati sulla base dei volumi di attività sanitaria; è indubbio che quella di Perugia sarà l’azienda ospedaliera che riceverà maggiori vantaggi grazie al bacino d’utenza più esteso nonché un’Università che ne supporta l’attività. Tutto ciò potrebbe significare ulteriori disagi e continui spostamenti per gli sfortunati pazienti della bassa Umbria che saranno sballottati come pacchi postali in base alla patologia che si presenterà. Si andrebbe così aggravare un momento di particolare fragilità dell’Azienda Ospedaliera di Terni dato dalla assenza in molte strutture di un Primario effettivo, sostituito da un professionista facente funzione che, pur non essendo un Direttore di Struttura Complessa ne ha in capo tutte le responsabilità”.
“Quello che ci viene proposto oggi come efficientamento della sanità regionale per uniformarla al DM 70/2015 rischia di avere l’effetto contrario anche a causa della tipologia dell’utenza delle due strutture ospedaliere umbre. Con l’accorpamento dell’alta specialità su Perugia verrebbe sicuramente meno molta della mobilità attiva proveniente dall’alto Lazio verso l’Ospedale di Terni (si stima una mobilità attiva di circa il 20% a fronte di un 9% del perugino) con il rischio concreto di non raggiungere, in ogni caso, quei volumi di attività minimi definiti dalla legge. Altro fronte caldo è sicuramente quello relativo al personale. Nel piano si parla ancora della spesa per l’adeguamento della struttura ternana e di un aggiornamento tecnologico delle attrezzature sanitarie che, seppur necessario, sarebbe ridimensionato dall’ obsolescenza della struttura, arrivata al termine della sua vita utile, con unità di personale del tutto insufficienti di numero.
Su questo frangente i dati che arrivano dalla Regione stessa sono quanto meno contrastanti la realtà”.
“Da una parte si assiste ad una riduzione del volume degli interventi chirurgici per mancanza di anestesisti (un esempio su tutti), dall’altra si evince dal documento del fabbisogno di personale redatto dalle aziende stesse, una situazione nella quale il personale risulta completo o deficitario di sole pochissime unità.
Sarebbe curioso sapere come in questa situazione di cronica e marcata insufficienza di personale, con carichi lavorativi oltre ogni immaginazione, si possa prolungare l’attività dei vari ambulatori al fine di abbattere le liste di attesa.
Il M5s vigilerà sulle politiche sanitarie regionali a garanzia dei cittadini tutti, affinché le alte specializzazioni presenti nelle varie aziende sanitarie e ospedaliere vengano realmente valorizzate evitando il depotenziamento dell’una o dell’altra struttura”.