Polemiche a Gubbio sulle condizioni del canile pubblico
GUBBIO – Si è accesa una polemica sul canile pubblico di Gubbio, alimentata anche dai social network, per le pessime condizioni nelle quali sono costretti a vivete i cani. Fotografie e testimonianze raccontano di animali trovati in pessime condizioni di salute, al punto che è stata presentata una denuncia da chi per primo ha sollevato il problema e innescato un ‘movimento’ compatto e agguerrito di volontari, animalisti e semplici cittadini. «Ho fatto denuncia in Procura con prove e referti firmati da veterinari professionisti» racconta Francesca Paxia insieme a una guardia zoofila. «Mi sono trovata per caso in questa situazione – prosegue –, sono una cittadina che fa la volontaria, aiuto i cani e sono sempre e soltanto dalla loro parte. Sono andata al canile con buone intenzioni e ingenuità, ho scelto a caso quelli da portare a casa per agevolare le adozioni. Da lì ho scoperchiato il vaso di Pandora ma nonostante minacce e intimidazioni ho deciso di andare avanti. Un problema strutturale evidente, una malagestione soprattutto veterinaria: moltissimi cani sono mutilati, hanno malattie croniche e turbe comportamentali. Sono rimasta stravolta e ho deciso di non fermarmi». Il sindaco Filippo Mario Stirati rifiuta l’etichetta di canile-lager e contrattacca. «Ho indetto una conferenza stampa per lunedì dove faremo chiarezza. E’ in atto una vergognosa campagna con una speculazione strumentale, forse anche politica, che ha gettato discredito su Gubbio. Non escludo di tutelare la mia persone e la città attraverso vie legali». E le foto pubblicate su Internet? «Riguardano animali molto vecchi e malati che se non fossero stati in canile forse sarebbero morti, ma noi ne abbiamo fatti adottare già un centinaio. Questo non è un luogo segreto o nascosto, è una struttura pubblica gestita dalla Comunità Montana, il solo Comune ci investe 75mila euro Fanno, ci sono i controlli dei Nas, l’impegno sanitario dell’Usi e dei veterinari esterni, un rapporto stretto con le associazioni animaliste, Enpa e Animai Mind, e con i volontari».