Ricercatori umbri, la Fondazione Carisp ne premia altri cinque

PERUGIA – I lavori di ricerca che hanno permesso agli autori di conseguire il titolo di “dottore” ora sono delle pubblicazioni, documenti di rilevanza scientifica che trattano di beni artistici, di personaggi, del ricco patrimonio storico e documentale che contribuisce a rendere l’Umbria una regione particolarmente fertile sotto il profilo culturale. Che si parli di scultura, di pittura, di bellezze architettoniche, di beni paesaggistici o di artisti che hanno dato notorietà all’Umbria, molti di questi lavori hanno il grande pregio di valorizzare, talvolta di riportare alla luce, aspetti essenziali di questa ricchezza.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha così premiato questa mattina, nel corso di una incontro di presentazione che si è tenuto presso la Sala delle Colonne di Palazzo Graziani, altri cinque studiosi meritevoli che, grazie all’iniziativa ideata nel 2005 “Bando tesi di Laurea”, hanno avuto la possibilità di pubblicare le proprie ricerche: Raffaele Caracciolo, Silvia Fabietti, Elena Marchionni, Arianna Ricci e Rita Rossetti.

Presenti gli autori, che hanno ringraziato la Fondazione per la grande opportunità editoriale che è stata data loro, le ricerche sono state presentate dai professori Franco Ivan Nucciarelli, Francesco Federico Mancini, Stefania Petrillo, Alberto Stramaccioni e Laura Teza, che ne hanno messo in evidenza il valore documentale, nonché le curiosità e gli aspetti meno noti legati agli argomenti trattati.

Dopo il saluto del Segretario Generale Fabrizio Stazi, la vicepresidente della Fondazione Cristina Colaiacovo nel dare il benvenuto ai presenti ha sottolineato che il bando tesi di laurea “è il primo strumento attraverso il quale si è voluto premiare studenti che si sono particolarmente impegnati nelle loro attività di ricerca valorizzando elementi caratterizzanti e talvolta sconosciuti del nostro territorio. Per noi giornate come questa sono sempre importanti perché ci avvicinano al mondo dei giovani e dell’Università”.

Con “La prima e tarda attività di Luca Signorelli: nuove indagini e acquisizioni”, Raffaele Caracciolo ha realizzato un volume che vuole contribuire alla necessità di illuminare le “zone d’ombra” della carriera artistica di Luca Signorelli. Quali sono? Il momento della formazione e degli esordi ‑ ancora avvolto nel mistero e irto di problemi interpretativi – e quello della tarda attività di bottega, quando la mano del maestro stenta a emergere dall’insieme degli aiuti e delle collaborazioni. Focalizzando l’attenzione su questi due momenti in sostanza si è dato valore all’attività svolta da Signorelli in Umbria, sua “patria d’adozione”.

Silvia Fabietti ha invece focalizzato l’attenzione su “Il santuario urbano della Madonna della Luce a Perugia”. La chiesa ubicata a ridosso di Porta Trasimena, cela tra le sue mura tratti di arte e fede sconosciuti quanto interessanti a livello di storia locale. Correva l’anno 1512, quando Falera proferiva una bestemmia mentre giocava a carte nei pressi della Madonna con Bambino dipinta sul muro della Commenda di San Luca. L’immagine sacra chiuse gli occhi, riaprendoli dopo tre giorni a seguito delle copiose suppliche e processioni dei fedeli accorsi a venerarla. L’evento prodigioso mosse la costruzione del santuario intitolato alla Madonna della Luce.

Sono invece “I tessuti nei dipinti del Pinturicchio”, al centro della ricerca di Elena Marchionni, che esamina le raffigurazioni di manufatti tessili inserite dal Pinturicchio nei dipinti. L’artista, attento al dettaglio minuto, riserva grande spazio alla riproduzione materica, introducendo sovente nello spazio figurativo tessuti, di regola derivati dagli abiti delle classi più elevate. Gli impulsi dalla committenza, aggiunti al gusto personale, portano alla formazione di uno stile dai toni raffinati e preziosi.

“Enrico Quattrini (1863-1950). Uno scultore di successo a Roma tra naturalismo e fasti neobarocchi”, realizzata da Arianna Ricci con è la prima monografia dedicata allo scultore tuderte, interprete negli anni a cavallo tra Otto e Novecento di quell’eclettismo di matrice accademica a lungo penalizzato dalla storiografia. Mediante un’ampia indagine d’archivio tra carte private inedite, si ripercorre la brillante carriera dell’artista, dagli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia ai prestigiosi incarichi di Roma Capitale, dalle opere in Umbria a quelle che gli valsero il nome di “scultore dei papi”, fino alla produzione oltreoceano.

La figura “Zeffirino Faina”, nella sua veste di esponente politico e protagonista assoluto della storia economico-sociale dell’Umbria, oltreché dell’Italia tra Ottocento e inizio Novecento, è al centro della ricerca svolta da Rita Rossetti. Il 14 giugno 1859 Faina fu uno dei personaggi principali della costituzione di un governo provvisorio. Documenti fondamentali per la realizzazione della tesi sono stati i corposi volumi dei verbali delle sedute, praticamente quotidiane, dell’allora Consiglio Provinciale dell’Umbria, avvenute in trent’anni di attività. Altri aspetti interessanti emergono dagli intrecci familiari. Ad esempio la famiglia Faina era conosciuta alla corte del Re di Francia, tanto che l’imperatore assegna a Zeffirino una preziosa missione che crea un affascinante legame tra Faina, la famiglia Moretti con protagonista assoluto Pietro Vannucci.

Tutti i volumi sono pubblicati nella Collana editoriale realizzata da Fabrizio Fabbri editore che raccoglie tutti i lavori premiati negli anni con l’obiettivo di promuovere la diffusione delle pubblicazioni tra i lettori e la comunità scientifica, nonché la divulgazione gratuita presso le più significative strutture scolastiche e bibliotecarie.

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