Sanità: sindacati e Regione a confronto, ma ancora un nulla di fatto
Mancanza di risposte concrete, nuovi rinvii ad altri tavoli, sostanziale disattenzione alle istanze poste da migliaia di cittadini e cittadine umbre attraverso una petizione popolare: è fortemente negativo il giudizio Cgil e Fp Cgil dell’Umbria dopo l’incontro odierno con i vertici della Regione sulla sanità, presenti la presidente Donatella Tesei e l’assessore Luca Coletto, oltre al direttore Massimo D’Angelo e al capo di Gabinetto, Federico Ricci.
“Ancora una volta l’incontro si è rivelato una passerella di cortesia senza contenuti – affermano Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil Umbria, e Tatiana Cazzaniga, segretaria generale Fp Cgil Umbria – Dopo l’adozione unilaterale, senza alcun confronto con il sindacato e i lavoratori, del piano sanitario regionale, avvenuta il 5 agosto, oggi ci saremmo aspettati risposte concrete sui temi posti da noi e dai cittadini che hanno sottoscritto la petizione. Invece, l’unica risposta è stata quella di fissare nuovi ed ulteriori incontri su specifici temi sanitari”.
Un esito giudicato “del tutto insufficiente” dal sindacato che ha ribadito alla Regione come le mancate assunzioni di questi anni stiano sempre di più mettendo in ginocchio il sistema sanitario regionale, con enormi sacrifici del personale e un inaccettabile allungamento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie.
“L’unica risposta che abbiamo avuto oggi da parte della Regione – insistono dalla Cgil – riguarda la necessità di una pedissequa applicazione delle norme generali in materia di personale, cosa che rischia addirittura di determinare un’ulteriore riduzione degli organici, visto che, come sappiamo, sempre più professionisti umbri guardano ad altre regioni per la propria stabilizzazione”.
Questo quadro, sostanzialmente immutato nonostante l’esperienza di due anni di pandemia, porterà i sindacati a proseguire ed intensificare la propria azione di mobilitazione. “Nei prossimi giorni – concludono Sgalla e Cazzaniga – convocheremo le assemblee del personale e gli organismi dirigenti delle nostre organizzazioni per decidere quali azioni mettere in campo per difendere la sanità pubblica”.