Sicurezza: Silp Cgil Perugia e Umbria: “il problema strutturale è la carenza di personale di polizia”

PERUGIA – È forte la preoccupazione e il disagio tra i lavoratori della polizia nella provincia di Perugia. Un disagio che è emerso con chiarezza nell’incontro tra il Silp Cgil, il sindacato dei lavoratori di polizia, e il presidente della Provincia (e sindaco di Foligno) Nando Mismetti, che si è svolto la scorsa settimana. “Abbiamo espresso al presidente Mismetti tutta la nostra preoccupazione per l’indirizzo che la discussione sul tema sicurezza sta prendendo in questo ultimo periodo – spiegano Mirko Cerasoli e Libero Luchini, rispettivamente segretario provinciale e regionale del Silp Cgil – in particolare dopo l’omicidio di Perugia: si parla di inviare l’esercito, di aprire nuovi posti di polizia in alcune aree della città, ma questo, a nostro avviso, non è il modo di affrontare in maniera costruttiva e strutturale il problema”.

Per il Silp c’è infatti all’origine un grave problema di cronica carenza di personale, che riguarda non un quartiere o una città, ma tutta la provincia: “Gli uffici periferici della Questura (posto di polizia presso l’aeroporto di Perugia, commissariati di Città di Castello, Assisi, Foligno e Spoleto) sono ad esempio in gravissima difficoltà – denunciano Cerasoli e Luchini – tanto che i colleghi in servizio hanno avanzato numerose domande di trasferimento”. “Perché – spiegano i due poliziotti sindacalisti – non ci sono più le condizioni minime per poter svolgere in maniera serena il proprio dovere e quindi si è pronti anche ad andare lontano dai propri affetti o a cambiare ‘specialità’, abitudini, turni e conseguente stile di vita per poterle migliorare”.
“Il tema della sicurezza è troppo serio per essere trattato in maniera strumentale e approssimativa dopo qualche evento tragico – commenta Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia – Al contrario, come ci ricorda costantemente il nostro sindacato di polizia Silp Cgil, c’è un problema strutturale di mancanza di personale e di qualità del lavoro per gli operatori della sicurezza. Di fatto – prosegue Ciavaglia – si lavora soltanto grazie alla disponibilità degli agenti che accettano di fare doppi turni, ‘cambi turno a domanda’ e di aderire allo straordinario che, peraltro, viene regolarmente pagato in ritardo e a cifre che definire irrisorie è un eufemismo. Se si ha davvero a cuore la gestione della pubblica sicurezza sul territorio è da qui che occorre partire”, conclude Ciavaglia.

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