Terni ha bisogno di un nuovo sviluppo sostenibile. Ganapini: “Serve teleriscaldamento”

 

TERNI – All’hotel Michelangelo, a Terni, si è dibattuto sul tema “Dal dialogo all’impegno (per un futuro sostenibile della comunità ternana)“, tavola rotonda organizzata dal Centro studi Ezio Vanoni e dall’associazionePensare il domani, nell’ambito delFestival dello sviluppo sostenibile 2019,promosso dall’Asvis e del quale ilcentro studi è partner organizzativoinsieme all’associazionePensare il domani, al Cesvol,allaEnne di Narni, aPagineSì e aNovamont. Prendendo spunto anche dall’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, si è parlato della necessità di intervebire pr un nuovo modello sostenibile che salvi l’ecosistema e anche dell’impatto da parte della cultura cattolica nei confronti di questo tema.

Renata Natili Micheli, coordinatrice del centro studi Vanoni, ha introdotto i lavori:”Saluto con affetto, Giacomo Porrazzini, che ha voluto la nascita della nuova associazione Pensare il domani. Esprimo gioia, per la nascita di un’associazione nuova, per condividere con le forze politiche e sociali il tentativo di una procedutra nuova che parta dal basso e che dal basso coinvolga la politica. Il nostro centro studi è quello che per primo ha tentato questa sperimentazione dal basso. Siamo a un tornante, nella storia del Paese. Un tornante difficile. Cerchiamo di mettere insieme un pensiero laico ed un’aspirazione cattolica“.

A coordinare il dibattito è stato lo stesso Giacomo Porrazzini, che ha posto domande e questioni ai relatori per sviluppare la tavola rotonda. “Questo evento – dice Porrazzini – chiude un festival cheporta una organizzazione che ha come obiettivo quello di portare in Italia un modello di sviluppo capace di seguire le indicazioni dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dedicata allo sviluppo sostenibile. Affrontiamo anche le questioni di questa città, che ha perso lavoro, ma ha perso anche il suo apparato commerciale. Terni ha bisogno di un nuovo sviluppo, che dovrà essere sostenibile. Le condizioni, oggi, ci sono. La sostenibilità è l’elemento di riferimento. Ma per affrontare questa prova, abbiamo bisogno di costruire delle reti di collaborazione. Non nella sola Terni, ma in un territorio allargato anche alle zone limitrofe”.

Gianni Bottalico, di Alleanza per lo sviluppo sostenibile,lancia una sfida per informare meglio i popoli, su un problema molto sentito da molti, ma non ancora ben recepito da tutte le componenti sociali.“Affrontiamo temi di cui ancora ha conoscenza solo un 20% della popolazione. Gli incontri su questi temi, sono ancora un po’ da élite. Per questo, con la nostra assciazione vogliamo scendere tra la gente. Non si tratta solo di cambiate gli stili di vita. La sfida, è molto più ampia. Si tratta di informare e di lavorare perché ci sia una nuova visione. Bisogna pensare in una modalità nuova. C’è da fare un discorso particolare pure con le istituzioni. Il tema è capire come far entrare questo argomento nell’agenda politica del nostro paese”.

Edo Ronchi, presidente della Fondazione sviluppo sostenibile, aggiunge: “Va evitato il rischio di restare in discorsi troppo generici, non cogliendo il vero spirito dell’enciclica di Papa Francesco. L’agenda 2030, se non coglie bene il tema della sostenibilità ecologica, rischia di restare solo una sorta di petizione. Nell’enciclica ‘Laudato sì’ di Papa Francesco, c’è grande padronanza delle tematiche ambientali, ponendo l’accento sul carattere epocale della crisi climatica. Oggi abbiamo sviluppato un modello ad altissimo consumo di energia e di materiali. In proiezione, nel 2050 arriveremmo ad un raddoppio di utilizzo dei materiali. In questo secolo, sono aumentate di 20 volte le emissioni pro capite di gas serra. Adesso bisogna individuare le priorità e muiversi tempestivamente. Non cogliere ora nuove possibilità di sviluppo, vuol dire compromettere tutto. Attenzione, perché il danno ambientale penalizza di più le componenti più povere. Una suddivisione tra tutti delle riorse e dell’accesso ai beni, è fondamentale“.

Anche Fra Riccardo Lufrani, teologo e docente all’Università Lumsa di Roma, ha fatto riferimento all’enciclica “Laudato sì”: “Il Papa ci invita ad impegnarci, a gettarci nella mischia, senza paura e con coraggio. Con un linguaggio molto diretto e chiaro. C’è chi sostine che questa enciclica, diventata tra l’altro un best seller in Svezia, sia stata fondamentale per la conferenza di Parigi“. Ma il pensiero e l’azione del Papa, stridono con quelli di Donald Trump, presidente degli Stati Uninti. “L’agenda 2030 non favorisce il mantenimento della supremazia che gli Stai Uniti cercano di esercitare. E allora, cosa si fa? Si esce dai protocolli, come qello di Kyoto. C’è una ideologia neoconservatorista nata negli anni Settanta, con lo scopo di mantenere questa spinta imperialista. E l’autorevolezza che Papa Francesco ha acquisito sempe di più, grazie anche ad un dialogo pure con il mondo non cattolico, ha suscitato un attacco da chi vorrebbe fermarlo. Serve una visione Cristiana ben formata del mondo, per costruire una grande civiltà basata sull’amore”.

Walter Ganapini, direttore generale Arpa Umbria, è partito da un concetto generale, per poi andare nello specifico pure agli aspetti ternani e umbri. “La forza del Papa è stata quella di sintetizzare in modo straordinario tutto il tema e di portarlo fuori da un mercato della politichetta quotidiana, tenendolo alto sul piano morale. Per questo, Papa Francesco è profondamente temuto. Bisogna tenere conto in assoluto del tempo. Le priorità, le sappiamo bene. A Terni c’è urgenza a fare subito il teleriscaldamento perché c’è parecchio calore che circola in città e bisogna mettere le mani sul verde urbano. La città ha radici importanti nel settore manifatturiero, è il cuore della chimica verde italiana, l’acciaieria diventa la prima a chiudere il cerchio sul recupero delle scorie. L’Umbria, in dieci anni, ha visto aumentare di +2,2 gradi centigradi la propria temperatura. Nei fiumi sta cambiando radicalmente la popolazione ittica“. Frecciata ai negazionisti: “Cercano di fare del tutto per farci credere che gli asini volino. La realtà è che dobbiamo fare presto e affrontare i problemi. Un ‘pianeta B’, non c’è”.