Tk Ast, l’Usb chiede più attenzione dalla politica
TERNI – Come Federazione Provinciale USB e come RSU USB, “abbiamo partecipato, insieme a tutte le altre sigle sindacali di categoria, all’incontro su AST con il Sindaco di Terni, per chiarire ed approfondire le questioni riguardanti il sito siderurgico ternano, dal piano industriale, in fase di discussione, alla questione ambientale, soprattutto dopo il ritrovamento di quantitativi altissimi di metalli pesanti nei campionamenti effettuati da ARPA Umbria nelle falde che si trovano all’interno dello stabilimento”.
“In maniera unitaria tutte le sigle sindacali hanno denunciato un quadro preoccupante, evidenziando come, alle roboanti dichiarazioni aziendali, facciano seguito ogni giorno comportamenti repressivi nei confronti dei lavoratori. Ci troviamo nella paradossale situazione in cui, a fronte di un bilancio che si è chiuso a settembre con un utile di 98 milioni, l’azienda ha proposto un piano di ristrutturazione che prevede 100 esuberi, un ridimensionamento della produzione di fuso che a budget, per la prima volta, scende sotto il milione di tonnellate. A rendere ancora più imbarazzante la situazione è la richiesta, da parte aziendale, dell’apertura di cassa integrazione per fronteggiare le difficoltà di mercato per 700 unità, per gli ultimi tre mesi del 2018 ed i primi tre mesi del 2019”.
“Oltre al taglio di 100 posti di lavoro, l’azienda vorrebbe introdurre un modello organizzativo ancora più flessibile, con lo scopo di aumentare la produttività, e di conseguenza la redditività, senza nessun investimento impiantistico, con la evidente conseguenza di accrescere il rischio per la salute dei lavoratori, aumentando il profitto sulle spalle dei lavoratori. Come USB, riteniamo inaccettabile che una multinazionale che produce utile, grazie anche alle agevolazioni fiscali, non abbia minimamente intenzione di reinvestire sul territorio una parte consistente i quell’utile, per fronteggiare la questione ambientale. Il progetto della trasformazione del recupero delle scorie che, nonostante le dichiarazioni, deve essere ancora presentato, non è assolutamente sufficiente. Oltre all’annosa questione della discarica AST inserita nel sito SIN, come USB abbiamo già richiesto all’azienda di procedere in maniera decisa a valutare la necessità di investimenti in tecnologie avanzate, per la captazione di tutte le polveri prodotte nella lavorazione a caldo, fusione ed affinazione dell’acciaio”.
“La scommessa è quella di creare le condizioni per un sito siderurgico virtuoso, che minimizzi i fattori inquinanti e renda gli impianti di Terni efficienti anche dal punto di vista ambientale, come altri in Europa e nel mondo: se si sono ottenuti utili per 3 anni consecutivi è grazie ai lavoratori, quegli stessi che dal 2014 hanno invece pagato lo scotto più importante. È il momento dunque che anche gli “altri” incomincino a fare il proprio dovere, a partire dalla proprietà e dal management, fino ad arrivare alle istituzioni territoriali e governative. Come USB abbiamo quindi chiesto al Sindaco di prendere una posizione netta e chiara, in difesa del sito siderurgico, unico produttore nazionale di acciaio inox, facendo pressione sul Governo, visto il quadro politico definitosi dopo le ultime elezioni politiche ed amministrative; gli abbiamo anche chiesto di svolgere fino in fondo il ruolo di massima autorità locale, per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei cittadini, minacciate dal deterioramento ambientale: la replica del primo cittadino alle nostre sollecitazioni è stata inadeguata ed evasiva, si è trincerato dietro le leggi europee, nella logica dell’autoregolamentazione dei mercati, in perfetta continuità con i governi precedenti, che non hanno difeso gli interessi e la salute dei lavoratori e dei cittadini ternani”.
“È ora che su Terni, come accaduto per Taranto, si accenda l’interesse della politica”.