Zero indagini sull’usura in Umbria, Cantone: “Un dato preoccupante, chiediamoci perché”
Per il procuratore di Perugia Raffaele Cantone le indagini per usura nel capoluogo umbro “sono praticamente pari a zero”. Una considerazione che deve far riflettere soprattutto perché oltre ad essere percepito come il reato che aumenta di più, l’usura è anche un fenomeno che penalizza lo sviluppo delle imprese e frena la crescita. Emerge anche da alcuni studi di Confcommercio incentrati proprio sulla diffusione dell’usura che, anche a causa della pandemia, è diventata la piaga principale per le imprese. ” Un dato a mio avviso preoccupante – ha aggiunto Cantone – potrebbe non esserci l’usura, ma bisognerebbe chiedersi perché solo l’Umbria non ha questo fenomeno. C’è evidentemente qualche problema che rende difficile l’emersione di questo reato. L’usurato è quasi sempre un soggetto che ha una serie di problematiche sue e spesso non ha nessun interesse a rendere note le vicende che lo riguardano”. Lo stimato magistrato, da anni impegnato sui reati economici e finanziari, aggiunge una ulteriore considerazione. ” Io credo – aggiunge Cantone – che questo sia un tema sul quale occorre interrogarsi dal punto di vista dell’economia, della sociologia, della società e degli strumenti che noi abbiamo. C’è l’esigenza assoluta, netta chiarissima che le vicende usuraie vengano portate all’attenzione dell’autorità giudiziaria”. Sempre oggi, a Perugia, si è svolta in Prefettura una cerimonia dove è stato firmato un protocollo d’intesa tra il Comando Legione carabinieri e la Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura. L’obiettivo è quello di sviluppare nei cittadini la conoscenza di tutti quei servizi di supporto, tutela, assistenza finanziaria, legale e morale a disposizione delle vittime di usura ma anche incentivare l’emersione di questi reati che spesso non vengono denunciati. Il protocollo è stato sottoscritto dal generale dei carabinieri Gerardo Iorio e dal presidente della Fondazione Umbria Fausto Cardella alla presenza del Prefetto di Perugia Armando Gradone e del procuratore generale Sergio Sottani.