Città di Castello, Joachim Jousse e Orchestra della Toscana chiudono Festival delle Nazioni
Joachim Jousse ha diretto il concerto finale della 49a edizione del Festival delle Nazioni dedicata alla Francia. Il maestro francese, riconosciuto come uno dei direttori più brillanti della sua generazione, è stato alla guida dell’Orchestra della Toscana nell’evento conclusivo della rassegna, che ha avuto luogo sabato 3 settembre ore 21 nella Chiesa di San Domenico di Città di Castello. Il programma è stato ricco e prevedeva una carrellata di musiche operistiche che testimoniano la fascinazione che anche i compositori di musica ‘colta’ della madrepatria subirono nei confronti di quelle sonorità orientali ed esotiche giunte dalle colonie, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento.
Il concerto si è aperto con il Bacchanale da Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns, seguito da l’Invitation à la danse e Entracte da Lakmé di Léo Delibes, Le Festin de l’araignée op. 17 di Albert Roussel e l’Ouverture da Benvenuto Cellini di Hector Berlioz. Nella seconda parte, l’Ouverture dall’Aida di Giuseppe Verdi, la Méditation dalla Thaïs di Jules Massenet e una selezione di estratti dalle Suite n. 1 e n. 2 della Carmen di Georges Bizet.
In un affresco musicale dedicato alla Francia di fine diciannovesimo secolo non poteva infatti mancare un capitolo dedicato all’influsso che le culture extra-europee ebbero sulla produzione di musica ‘colta’ di quel tempo. L’impero coloniale francese era alla sua massima espansione nei continenti americano, asiatico e africano.
Il rapporto con le terre d’oltremare era intenso, non solo dal punto di vista commerciale. Nella madrepatria cominciarono ad arrivare i ritmi caraibici, le nuove melodie tradizionali dei Paesi più lontani e fino a ora sconosciuti, oltre alle timbriche del tutto inedite per gli europei, dovute all’importazione di un ricco strumentario etnico, che si riscontra molto minore, per esempio, nella musica tedesca o inglese dello stesso periodo.
Nuovi strumenti a tastiera, come lo xilofono, la marimba, il tam tam, il gamelan, per fare qualche esempio, arricchirono in maniera determinante il suono dell’orchestra sinfonica occidentale. Saint-Saëns, Delibes, Roussel, Berlioz, Verdi, Massenet e Bizet – gli autori proposti in questo concerto – sono solo alcuni dei compositori che assistettero a quell’‘invasione’ rimanendone inevitabilmente affascinati, e che cercarono di ricreare all’interno del loro linguaggio, ciascuno a suo modo, quelle esotiche suggestioni musicali. Joachim Jousse ha vinto nel 2006 il Concorso internazionale di direttore assistente dell’Orchestre National de France all’unanimità di giuria e orchestra, ricevendo in questa occasione i complimenti di Kurt Masur e divenendo suo assistente principale per tre stagioni.
Dal 2003 è invitato da Pierre Boulez al Festival di Lucerna per assisterlo durante la preparazione dei diversi concerti. La carriera internazionale di Joachim è cominciata nel 2000 alla direzione dell’Orchestra Sinfonica della Radio Olandese che ha diretto sia in Francia e all’estero. Nel 2006 Joachim Jousse è stato nominato direttore musicale dell’Orchestra Les Voyages Extraordinaires e dal 2008 anche dell’Ensemble Chronochromie.
Nel 2010 ha tenuto il suo primo concerto negli Stati Uniti, alla guida dell’Orchestra Vermont Mozart Festival. In Italia ha diretto la Filarmonica Arturo Toscanini di Parma, la Filarmonica di Bologna, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, l’Orchestra del Mediterraneo con il pianista Ivo Pogorelich, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Joachim Jousse è stato insignito della laurea all’Académie des Beaux-Arts dell’Istituto di Francia per il suo lavoro sulla musica francese.