Bimbi picchiati negli asili italiani. Riscatta un forte dibattito: mettere o non mettere le telecamere di sorveglianza nelle strutture che ospitano i più piccini?

Ancora una volta sui teleschermi degli italiani compaiono le immagini dei brutali maltrattamenti subìti da bambini che le famiglie assegnano agli asili. Il ‘’caso’’ di Milano (arrestati un uomo e una donna) sembra particolarmente significativo anche perché il filmato mostra una sconcertante brutalità: perfino morsi sul volto di piccini che non hanno neppure due anni.

La triste vicenda riaccende un dibattito che va molto oltre l’ovvia e atterrita solidarietà: ripropone, infatti, la necessità, o addirittura l’urgenza, di fornire di telecamere attive le strutture che ospitano i minorenni di ogni età-

D’istinto sono molte le approvazioni per una simile misura di costante sorveglianza; ma sono scattati anche parecchi ‘’no’’ scanditi da quelli- anche politicamente rilevanti- che non vogliono ‘’militarizzare’’ asili e scuole. L’argomento è vivo e caldo perché coinvolge le domande e i dubbi di milioni di famiglie italiane che si trovano nella necessità di affidare i figli alla cura e alla tutela di professionisti che, teoricamente, dovrebbero essere tanto preparati da poter essere considerati al di sopra di ogni sospetto.

Il dibattito, che è arrivato ormai in Parlamento, può avvalersi- perché no?- anche delle opinioni degli abituali frequentatori del sito Umbria domani.

Cosa ne pensano? Cosa ne pensate, gentili interlocutori del nostro quotidiano impegno?

Gli interrogativi da affrontare sono parecchi. E toccano non soltanto l’ovvio emotività che ci attanaglia di fronte ad un bambino percosso; investono, semmai, il senso di responsabilità che abbiamo come cittadini.

L’Italia di domani va allestita anche garantendo la crescita psicologica dei cittadini del 2030.

RINGHIO

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