DIS…CORSIVO. DI VARIA UMANITA’
NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / La politica e la cronaca umbre di questo inizio d’anno sono tutte scompigliate. C’è, un po’ dovunque, senso di disordine, di concitazione e di trambusto. La confusione della cronaca detta i tempi della regolarità della politica e insieme formano un piccolo mosaico caotico di persone e cose ingovernabili.
Che cosa è successo all'ordinata Umbria, alla regione della quale tutto si poteva dire, qualche tempo fa, tranne che fosse in una baraonda simile a quella che vediamo in questi giorni?
Il carico da novanta su questo quadro di irregolarità lo ha messo il Comune di Perugia, che arriva a fine contratto dei giornalisti impegnati nella comunicazione di Palazzo dei Priori senza avere assicurato né la continuità né il cambiamento: fuori i comunicatori del vecchio Palazzo, dentro, ma solo in un momento imprecisato dell'anno, i nuovi giornalisti. Nel frattempo, si va avanti a pane e veline. Per il sistema dell'informazione in Umbria è un chiaro detonatore: il messaggio è che si può comunicare anche non comunicando, cioè che il silenzio al quale ci ha già abituato il governo dei nuovi priori nei primi sei mesi di governo non era di timidezza e di pacatezza, ma proprio di abituale rapporto con le parole e con i segni, sostituiti, le prime, dal linguaggio burocratico, i secondi da una serie di codici multipolari (di destra e, tendenzialmente, di centro) che riflettono le varie anime dei politici che siedono in maggioranza a Palazzo dei Priori.
Fuori norma è anche ciò che succede a Spoleto, fra occasioni spettacolari “bucate” dal Comune e irrequietezza senza fine in casa Pd, con riflessi immediati e non trascurabili sul clima della scelta del candidato Presidente alla Regione.
Senza guida sembra la macchina dell'habitat di Terni: il sospiro di sollievo che tutti hanno tirato dopo la positiva conclusione della vicenda dell'Ast s'è subito strozzato in gola per una serie di interventi, di matrice giudiziaria, relativi al paventato inquinamento affaristico della città: il Comune non ci sta e rilancia, ma l'impressione, anche qui, che nel Pd ternano non tutto sia chiaro e condiviso aumenta incertezza e crea scompiglio.
A Foligno, le cose vanno decisamente meglio e Seriana Mariani, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, può rispondere con molti argomenti agli attacchi del Movimento 5 Stelle sul tema della legalità in città. La lunga vertenza dei vigili urbani, però, sembra ancora covare sotto la cenere e si spera che quanto successo a Roma il 31 dicembre possa far riflettere gli autori di gesti clamorosi, fatti anche di recente, contro l'amministrazione comunale.
Disordine, di diversa natura, nella stessa pacifica Assisi: la grande città-presepe è già abbastanza orfana del suo sindaco per potersi dolere di altro e preferisce stare sul culturale, progettando una ricostruzione virtuale, all'interno della Rocca Maggiore, del Foro Romano e delle due Domus romane presenti in città. Lo scompiglio, in questo caso, assume il nome di contaminazione.
A Orvieto, Umbria Jazz Winter ha avuto un enorme successo, con commenti in stretto peruginesco da parte di Pagnotta: la confusione delle lingue potrà fare da tramite per sortite, nell'Orvietano, della stessa Accademia del Donca, anch'essa ammutolita per il benservito dato dal Comune di Perugia?
Babelica occasione, tutta da seguire, anche a Corciano: al Teatro della Filarmonica, il 9 gennaio, andrà in onda “L'inedito Shakespeare”, spettacolo di improvvisazione teatrale. Scrivono gli organizzatori di Improteatro: “Una tragedia o una commedia questo ancora non sappiamo, ma a partire da uno spunto del pubblico, la storia si dipanerà e solo alla fine potremo dire che cosa abbiamo visto. Il più grande drammaturgo di tutti i tempi, lancia la sua sfida postuma. Quale miglior modo per esigere dagli attori naturalezza, vitalità e giusta misura, se non facendoli improvvisare? Guidati dal trainer inglese Sean Mc Cann, una compagnia di improvvisatori si ritroverà a mettere in scena un’opera mai scritta prima, di cui non rimarrà altro che l’ombra di un raggio di luna”.
Qui mi fermo. La citazione è troppo ghiotta per non lasciarla a specchio del crogiuolo di varia umanità che l'Umbria tutta, in questi primi giorni del 2015, dimostra di essere.
A ognuno le sue estensioni metaforiche della scuola di improvvisatori alla politica e alla cultura, all'economia e alla cronaca che sono sui nostri giornali. “E solo alla fine potremo dire che cosa abbiamo visto”: di certo ogni aberrazione, purché non dimentichiamo la pagina veramente più toccante di cronaca che accompagna tanti illusionismi della politica e della cultura, la notizia, cioè, dell'uomo di Stroncone morto sulla tomba appena scavata del suo cane. Quando si dice l'autenticità della cronaca e una lacrima vera...