DIS…CORSIVO. “FINESTRA CON RITRATTO”
NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Qualunque cosa serva ad avvicinarci al denaro ci fa piccoli e grandi tesorieri della qualità della moneta, poca o tanta che ci passa per le mani. E se ci avviciniamo con grazia al denaro, è probabile che impariamo a sapere come usarlo, nelle proporzioni che ci spettano senza farlo divenire grandezza che sottraiamo agli altri.
Ho colto questi messaggi subliminali nell’illustrazione che Mario Draghi ha fatto del nuovo taglio da 20 euro che fra nove mesi, a fine novembre, entrerà in circolazione. E a mettermi sulla strada della qualità estetica di ciò che rappresenta e materializza ai nostri occhi il denaro, cioè un foglio di carta filigranata, è stato quel particolare, usato come sommo rimedio tecnologico contro i falsari, della “finestra con ritratto” che troveremo nelle nuove 20 euro: guardando la banconota in controluce, la finestra rivela in trasparenza, su entrambi i lati del biglietto, il ritratto della figura mitologica di Europa.
Il rimedio antifalsari, cioè l’attenzione alla quantità del denaro, diventa motivo di sotterranea crescita culturale, attinente la qualità, cioè ci impegna – poco, come in un gioco – a guardare una figurina mitologica in controluce. È come tornare agli albori della civiltà dell’immagine in movimento. La tecnologia – baluardo a difesa del valore pecuniario – rende un servizio estetico, si serve dell’arte per ottenere il suo scopo e, con questo obiettivo, ci trascina a sognare il mondo dietro la banconota da 20 euro che alziamo, contro il cielo o contro una fonte di luce, per accertarne la bontà.
E’ allora che ne apprezziamo, anche, il lato culturale, la possibilità di arrivare a possedere un po’ della nostra storia, qualcosa della nostra mitologia. Tecnologia e mitologia insieme su una semplice banconota: una mostra itinerante, una circolazione continua di liquidità accompagnata dalla crescita del nostro affetto per il denaro non come fatto materiale, ma come implicito valore simbolico!
Non penso di chiedere troppo al gesto con il quale ci facciamo passare per le mani una carta da 20 euro per pagare o avere un resto. Sono proprio convinto che da questa manipolazione del denaro siamo attratti, in fondo, più che dal fatto del possesso, del guadagno, dell’accumulazione in sé. C’è, nel nostro animo, un piccolo posto per coltivare la memoria di una ricompensa, per ciò che facciamo, basata anche sulla bellezza, oltre che sul possesso, di una moneta.
Non abbiamo sempre fatto così con le banconote della lira, con le figure dei personaggi della nostra storia nazionale che ci apparivano belli nelle loro stampe pur non essendo scopribili in controluce?
Con l’euro, gradatamente, andiamo sempre più verso questo ulteriore godimento: l’arte ci viene servita, insieme al valore della moneta, perché possiamo apprezzarla affettivamente, giocandoci, oltre che renderla testimone , guardandola in controluce, dell’autenticità del taglio da 20 euro che ci passerà per le mani.
Una riflessione così non può che fare il bene dell’Europa, gratificando la sua Banca Centrale per un’azione di corresponsabilizzazione nella moneta che impegna il nostro senso dell’arte, della cultura e del gioco oltre che il nostro equilibrio morale nei confronti del denaro che riceviamo, che spendiamo e che ci auguriamo, col nostro lavoro, di rendere più forte e competitivo come volto moderno dell’identità europea.