DIS…CORSIVO. GIUGNO 1915: PERUGIA NON VA PIU’ AL CINEMA
NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / All’inizio della guerra, cent’ anni fa, a Perugia la gente cominciò a non andare più al cinema. Fra le varie conseguenze della crisi sociale innescata dall’economia di guerra ci fu anche l’abbandono delle sale cinematografiche.
La crisi, indubbiamente, era preesistente allo scoppio del conflitto, ma fino al giugno del 1915 non aveva ancora toccato il "divertimento" dei perugini. Adesso sì, adesso ad andarci di mezzo erano le maestranze che mandavano avanti i due locali nei quali, a Perugia, furoreggiava il "muto": i cinema Eden e Grifo, con un eclissamento, così almeno risulta dalla stampa, del cinema Regina, aperto con sfarzo da pochi mesi nel Palace Hotel, l'attuale Palazzo Cesaroni.
Nel maturare della crisi - che doveva essersi manifestata tra aprile e maggio del 1915 - i lettori dell' “Unione liberale” del 5 giugno appresero che erano insorti forti contrasti fra le proprietà dei due storici locali.
A esprimersi per primo, con un comunicato a pagamento, fu Nicola Calini, che si firmava a nome del personale del cinema Eden e scriveva: "Allo scoppiare della guerra nostra, organizzazioni, società, enti pubblici e privati, coordinarono i loro sforzi per lenire o almeno diminuire la crisi che inevitabile si abbatteva sugli operai. Noi vedemmo uffici ed officine private garantire per intiero il salario ai loro operai richiamati; e così fu un susseguirsi di questi nobili esempi che tornano a tutto onore della nostra città che conserva intatte le alte doti di patriottismo e civiltà. Triste impressione ha fatto in città, in ispecie tra il personale dei Cinematografi e Teatri sapere che i proprietari del cinema Grifo danno esempio tutt'altro che generoso, diminuendo il salario al loro personale. Ma che forse, o egregi signori, è diminuito il lavoro? Sono diminuite l' esigenze della vita? Avete mai pensato un tempo di aumentare al vostro personale il meschino salario, quando le vostre sale rigurgitavano di gente? Che vantaggio sensibile potranno portarvi le dieci o quindici lire per settimana che in più metterete nei vostri, certo non bisognosi, portafogli? Noi con queste righe vogliamo far conoscere alla città l'atto poco umano di quei signori, perché sappia che i proprietari del cinema Eden, pur risentendo più di tutti la crisi, con lodevole condotta mantengono per intero il salario al personale, non dimenticando i tanti guadagni, che noi auguriamo sinceramente tornino presto in un tempo non tanto remoto".
L'8 giugno, sempre con un comunicato a pagamento, arrivò la replica di Romolo Grandolini, che scriveva a nome del personale del Grifo e osservava: "I proprietari dell'Eden impressionati dalla reale diminuita affluenza di pubblico avevano già proposto ripetutamente al Grifo di chiudere quattro o cinque giorni della settimana, cosa che Essi non credettero opportuno e mantennero la continuità degli spettacoli offrendoci un'onesta diminuzione di salario, anziché lasciarci in una quasi totale disoccupazione. Noi accettammo credendo di tutelare così il nostro interesse. Questa è la verità e davvero non valeva la pena di annoiare il pubblico con questa cicalata che ha avuto un solo evidente scopo, quello di glorificare a buon mercato i vostri principali".
E invece, a cento anni di distanza, senza una guerra ma con ampi “ritorni” di un dibattito sindacale impostato sugli stessi termini, poco più poco meno, valeva proprio la pena che noi potessimo conservare traccia di un malessere delle retrovie tanto marcato e di squarci della vita quotidiana che la storia dimentica di scrivere quando è impeganta a scrivere della guerra. Non sembra, invece, rileggendo questa cronaca, di veder srotolarsi la pellicola di un "muto" di cent'anni fa che ha per protagonista la gente, il popolo di Perugia alle prese con un mondo di emozioni cinematografiche che sembra cadere proprio mentre la retorica della guerra esalta radiose conquiste territoriali?
Il Grifo, in ogni caso, continuava a proiettare tutte le sere e la sera dell'8 giugno di cent'anni fa mandava in scena il film "Armiamoci e... partite", una pellicola diretta da Camillo De Riso e interpretata, fra gli altri, da Arnaldo Arnaldi, Tranquillo Bianco ed Emilio Petacci.